Uniti per sconfiggere il coronavirus. Intanto restiamo a casa

supermercati o dentro le carceri in rivolta. Succede in Italia, succede a Teramo. L'Abruzzo non è immune dai casi di contagio ma le strutture sanitarie a livello regionale reagiscono bene grazie alla determinazione e alla competenza dei medici e degli assistenti ospedalieri. Anche i sindaci e gli amministratori locali stanno facendo la propria parte in coerenza con il Decreto. Spetta a loro assumere decisioni fuori dal comune. Quando si tornerà alla
normalità il mondo sarà cambiato nel rapporto fra produzione e consumo e non ci sarà futuro senza salvaguardia ambientale. Quanti fondi occorreranno per riequilibrare il sistema sanitario abruzzese e modernizzarne le funzioni? Quale sarà lo stato dell'economia provinciale dopo l'interruzione forzata per tenere il più lontano possibile il contagio? Quante imprese, quanti negozi, quanti artigiani, quanti insegnanti, quanti servizi di prima necessità, quanta mobilità avranno resistito ai contraccolpi forzosi a cui sono stati sottoposti? Non cerchiamo le risposte negli altri. Diamole insieme agli altri.
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