Donne in manicomio nel regime fascista. L'ex ospedale psichiatrico diventerà Cittadella della Cultura




La mostra I fiori del male . Donne in manicomio nel regime fascista realizzata dalla Fondazione Università degli Studi di Teramo e curata da Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante, sarà esposta a Rovereto (Trento) dal 20 novembre al 15 dicembre prossimo, negli spazi dell’Urban Center. La mostra – arrivata al suo quindicesimo allestimento dal 2016 – è stata promossa dalla sezione ANPI Rovereto-Vallasarina.
L’idea della Fondazione Università degli Studi di Teramo di realizzare una mostra sulle donne ricoverate in manicomio durante il periodo fascista è nata dalla volontà di restituire voce e umanità alle tante recluse che furono estromesse e marginalizzate dalla società dell’epoca.


 Ex manicomio da Porta Melatina
Un plauso a Annacarla Valeriano e Costantino Di Sante (foto a fianco) che hanno firmato il volume dal titolo baudeleriano"I fiori del male" ispirato ad una delle pagine più buie della storia d'Italia. «Ci è sembrato importante ‒ spiegano i curatori della mostra ‒ raccontare le storie di queste donne a partire dai loro volti, dalle loro espressioni, dai loro sguardi in cui sembrano quasi annullarsi le smemoratezze e le rimozioni che le hanno relegate in una dimensione di silenzio e oblio.  Alle immagini sono state affiancate le parole: quelle dei medici, che ne rappresentarono anomalie ed esuberanze, ma anche le parole lasciate dalle stesse protagoniste dell’esperienza di internamento nelle lettere che scrissero a casa e che, censurate, sono rimaste nelle cartelle cliniche». 

Osservatorio privilegiato gli archivi, i cameroni, i cortili interni dell'Ospedale Psichiatrico di via Saliceti in Teramo in cui, scrive Francesco Saverio Moschetta, già direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL di Teramo..."le pazienti vagavano vestite con camicioni bianchi o grigi, i capelli scarmigliati, apparentemente tutte uguali, con lo sguardo spento, privo della vivacità e dell'espressività del disturbo in fase florida, i movimenti lenti, il corpo mortificato senza più segni del trasferimento simbolico di desideri e pulsioni non altrimenti esprimibili".
 

IERI  Fabbrica della follia
Rendering del progetto Città della Cultura
Il manicomio Sant'Antonio Abate di Teramo fu aperto nel 1881. E' stato uno dei più grandi e importanti dell'Italia centro-meridionale, perfettamente allineato con le esigenze della scienza psichiatrica imperante. Diverse le cause che trasformarono il manicomio in una struttura di potere economico e amministrativo volta a.."inquadrare il processo di medicalizzazione della follia nell'ottica di costi e profitti". All'entrata in vigore della legge Basaglia anche il manicomio di Teramo fu chiuso definitivamente il 31 marzo 1998, dopo una lunga e complessa deospedalizzazione.

OGGI  Cittadella della Cultura
E' di questi giorni la notizia secondo cui entro il 2019 saranno aperti i cantieri per realizzare  all'interno dell'ex Ospedale psichiatrico di Porta Melatina "La Cittadella della Cultura", ideato e promosso dall'Università di Teramo e finanziato con fondi masterplan della regione Abruzzo. L'ambizioso progetto di ristrutturazione è stato aggiudicato allo Studio d'architettura Desideri, uno dei più importanti d'Italia. Grande soddisfazione espressa dall'emerito Rettore dell'Ateneo teramano Luciano D'Amico:
"Adesso che il progetto entra nel vivo , vorrei avviare una riflessione sul fatto che si tratta di un grande gesto d'amore verso la città da parte dell'Università di Teramo".         m.m.






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