Ninos e il dramma dei "bambini rubati". Affollato dibattito a Teramo Nostra


La pioggia battente e l'improvviso calo delle temperature non hanno impedito a tanti teramani di affollare la sede di Teramo Nostra per partecipare  alla presentazione del libro Ninos di Nicola Mariuccini, edito da Castelvecchi. Non conoscevo l'autore, nel senso che non avevo letto nulla di suo in precedenza. Ma non potevo dire di no a Alberto Melarangelo che me lo aveva raccomandato su WhatsApp una settimana prima. Simone Gambacorta lo ha introdotto da par suo con andamento lento. In attesa che noi presenti comprendessimo bene la trama di Ninos. Brevi domande preliminari e poi spazio quasi ininterrotto all'autore per trasferirci nel regime franchista, all'interno di una villa in cui quattro bambini narrano le vicende che condussero la Spagna di Federico Garcia Lorca, di Miguel De Unamuno, di Rafael Alberti e della fertile cultura cosmopolita,  libera e attenta allo sviluppo del bambino, a trasformarsi in un tragico palcoscenico di guerra, fame e povertà. Un libro che si legge tutto d'un fiato per l'agile scrittura e l'asciuttezza dei dialoghi. Sia quando descrive le torture inflitte ai "bambini rubati" ai propri genitori per affrancarli dal germe del socialismo e.. "fare pulizia per liberare la Spagna", sia quando si riferisce ai sentimenti, alle emozioni, alle paure che li accomunano in quella pesante condizione di precarietà. Nicola Mariuccini ci richiama così ai doveri di una società giusta, lungimirante, imperniata sulla crescita di generazioni che devono prendere in custodia il mondo, pulito e rigenerato dalle follie totalitarie. Che nel libro è impersonato da uno psichiatra, Vallejo-Nagera, detto "il Mengele" del dittatore Francisco Franco, chiamato a creare "l'uomo di domani" in netta contrapposizione con gli insegnamenti di Maria Montessori impartiti presso la "Casa dei Bambini", diffusa in tanti quartieri nella Barcellona di allora. In uno scenario apocalittico l'autore affida a quei bambini martiri, (tre prigionieri: Rey, Itsao, Martin e un amico, Nestor) la speranza non di sopravvivere ma di riscattare tutti i bambini da tutte le sofferenze e i soprusi tuttora praticati in tutto il mondo.... "Tutti i bambini crescono, basta lasciarli crescere, basta lasciali liberi". A quel punto della narrazione da parte dell'autore, Simone Gambacorta ha prontamente evocato  l'immagine del bimbo con la maglietta rossa, divenuta un'icona planetaria, annegato e riverso sulla battigia dove si è consumato il suo ultimo drammatico viaggio della speranza. Un campanello d'allarme quello espresso dal moderatore diretto alla riflessione senza infingimenti perché il pericolo è sempre in agguato. Non è un caso se Donald Trump tenti di arginare la migrazione americana separando le mamme dai loro figli provocando al tempo stesso una reazione negativa anche della sua consorte. Quando spirano i venti del populismo e del sovranismo la cultura e la libertà d'informazione sono tra le prime ad essere prese di mira.  Ieri come oggi, in America come in Europa, mala tempora currunt.  Buona lettura!                m.m.                     
Nicola Mattiucci
Nel 2015 ha pubblicato La prigione di cristallo, romanzo incentrato sulla questione del femminicidio nella Grecia dei colonnelli. Nel 2017 il suo secondo romanzo Nighthawks, ambientato in Portogallo sulle vicende del regime salazarista.

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