Un Calendario per amare Prati di Tivo

L'esaltazione della montagna per tornare ad amare la natura.
Immagini e suggestioni coinvolgenti.
E' ciò che tenta di evocare la casa editrice Ricerche e Redazioni di Giacinto Damiani e Barbara Marramà con la pubblicazione del calendario 2019 Io amo i Prati di Tivo, sotto il patrocinio SIGET, la società degli operatori turistici del Gran Sasso teramano presieduta da Erminio Di Lodovico. Presentato da Stefano Ardito a Teramo in una Sala Ipogea gremita.


 
Un calendario dal logo inconfondibile su cui spicca un cuore rosso in omaggio ai tanti appassionati di una stazione turistica ricca di storia di turismi, più o meno riusciti, e di eroi dell'alpinismo che, in ogni caso,  hanno diffuso nel mondo l'amore per la vetta più alta dell'Appennino.

Com'era stato preannunciato sin dalla prima edizione del 2016 con le immagini di Alessio Marramà, il tema della pubblicazione verte essenzialmente sulle atmosfere invernali   sopra le cime del Corno Grande, Pizzo Intermesoli e a Campo Pericoli fino alla cresta della Portella  e poi ricompare sull'altopiano di Campo Imperatore virando di nuovo sopra i tetti innevati delle case di Pietracamela e su Cima Alta dell'Ara Pietra. Uno scenario inedito in bianco e nero, proposto quest'anno da Alessandro De Ruvo.

 
Si potrebbe definire una bella combinazione  fra fotografia e paesaggio montano.  Un binomio indissolubile per comprendere lo stile di un giovane fotografo animato da una passione viscerale per gli elementi naturali di grande fascino, per lo più irraggiungibili se non si è dotati di particolari stati d'animo e di adeguata
preparazione fisica.
Alessandro de Ruvo sta diventando egli stesso uno di quegli elementi al pari dell'acqua, del fuoco, del legno e della pietra che fuoriescono impetuosi e attraenti dai suoi inediti racconti fotografici. Come un maratoneta ben allenato egli gira senza sosta con gli strumenti in spalla, dentro camminamenti tortuosi e ripide arrampicate, pronto a carpire le recondite armonie della natura in un'esplosione di colori delle stagioni montane. Prima di lui altri bravi maestri teramani hanno reso omaggio alla bellezza del paesaggio abruzzese con la forza delle immagini che hanno fatto il giro del mondo.
Non so se Alessandro De Ruvo muove dalle stesse ragion. Si capisce benissimo, però, che è inseparabile dalle sue fotocamere che aziona simultaneamente al richiamo improvviso delle terre alte e misteriose dove transita in continuazione con incrollabile tenacia. Un lupo solitario insomma che dialoga per immagini con i suoi tanti estimatori i quali, ovviamente, si aspettano sempre immagini sorprendenti in ambienti incontaminati e, soprattutto, irraggiungibili. Tanto per continuare a sognare. Mentre la montagna si spopola fra calamità naturali e mancanza di meditati investimenti nel segno di uno sviluppo turistico sostenibile, destagionalizzato e competititvo nell'offerta dei servizi per godere la natura e alimentare la cultura di cui le belle immagini costituiscono un decisivo valore aggiunto. Altrimenti finiranno, come tante altre, nell'album delle cartoline del bel tempo che fu.      m.m.

Pubblicato anche sul quotidiano " La Città" martedì 13 novembre 2018


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