Giuseppe D'Alonzo e la vittoria negata dal PD

L'aveva presa molto male Giuseppe D'Alonzo, sindaco di Crognaleto, la notizia della sua sconfitta all'elezione per la presidenza della Provincia di Teramo. Ci teneva molto a quella carica e tutto lasciava ntendere di poter contare su un accordo di ferro all'interno del suo partito e fra i sindaci votanti. Perciò non aveva mai smesso di sventolare la sua bandiera di alfiere della montagna teramana. Dopo la pesante stagione di calamità naturali e di terremoti continui fino al 2016 si è inventato di tutto per stare vicino ai suoi concittadini e tentare di frenare l'ineluttabile spopolamento di quei luoghi. Senza sosta e con il sorriso incorporato il sindaco intraprendente ha messo su eventi coinvolgendo politici, commissari per la ricostruzione, istituzioni locali e gruppi industriali come IKEA per costruire scuole e parco giochi per i bimbi del suo comune senza mai gettare la spugna. Ha acceso molti riflettori ma, come spesso avviene in questi casi di efficientismo, ha suscitato gelosie e malintesi. Ma il suo sogno era di poter suonare la musica di un territorio bello e attraente da altri pulpiti affinché la voce della montagna non rimanesse più isolata. Nessuno avrebbe immaginato di ritrovarlo questa mattina in una conferenza stampa in compagnia di altri amministratori locali e regionali nelle vesti di accusatore di quella politica a cui ha dato il massimo di energia e che gli ha negato di diventare Presidente della Provincia di Teramo. Evidentemente l'amarezza è tanta e la misura è colma se ha deciso di comunicare pubblicamente di auto sospendersi dal suo partito, il Partito Democratico, chiedendo un regolamento di conti per dire basta ai giochi della vecchia politica. Riprendiamoci il territorio egli ha sostenuto con una certa foga. " Non renderemo la vita facile a coloro che in maniera meschina hanno tramato alle spalle di intere comunità che hanno visto sfumare l'occasione di essere rappresentate e salvaguardate".

Gli ha fatto eco Sandro Mariani, già capogruppo PD alla regione Abruzzo, minacciando di abbandonare il suo partito se nessun rappresentante  a livello regionale e nazionale affronti rapidamente una situazione insostenibile causata da guerra per bande che hanno frantumato l'intero gruppo dirigente. Stessa presa di posizione del consigliere regionale Luciano Monticelli, di Manola Di Pasquale e diversi sindaci e amministratori locali. Non è ancora dato sapere come evolverà la situazione anche in vista delle prossime elezioni regionali. Certamente non è una bella pagina di politica locale se il dissenso monta a ridosso di una clamorosa vittoria al Comune di Teramo in cui il PD ha assunto ruoli di governo nella giunta guidata da Gianguido D'Alberto.  m.m.




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