In viaggio alle pendici del Gran Sasso d'Italia " dove l'olio incontra la montagna"

 di Marcello Maranella

Le cime del massiccio montuoso più alto dell'Appennino sono di incomparabile bellezza in una mattinata di sole raggiante e candide nuvole disegnate nel cielo azzurro. Sono in viaggio da Teramo lungo la strada statale 491 che costeggia la sponda destra del Mavone in attesa di scorgere l'insegna degli impianti del rinomato Frantoio GRAN SASSO. Nell'ampio capannone a ridosso del bivio per Castelli, dove un tempo si produceva finissima ceramica d'arte, mi attendono i titolari  di un'eccellenza olearia di antica genìa. Mentre parcheggio nel piazzale retrostante il sole torna  ad illuminare la scura roccia del Camicia e le pareti del Corno Grande in uno scenario paesaggistico mozzafiato con armoniche geometrie di campi coltivati. La vista spazia fra lievi pendii ed  estesi pianori in cui si distendono vigneti e uliveti di impareggiabile fascino  naturalistico. Su cui dominano, a poca distanza l'una dall'altra, le abbazie aprutine di Santa Maria di Ronzano e di San Giovanni ad Insulam. Siamo nel cuore della Valle Siciliana, dai Greci definita valle "dei fichi e degli olivi", dove più di tremila anni fa abitarono i siculi, assicura lo storico Tucìdite. 

Proprio qui, a 415 metri di altitudine, in prossimità del comune di Isola del Gran Sasso d'Italia, all'interno dell'area protetta del Parco Nazionale, prende forma nel 1949 il frantoio Gran Sasso per virtù e passione di un intraprendente avvocato isolano che scompare prematuramente a soli 54 anni trasferendo necessariamente ad altri frantoiani il frutto della sua intuizione. La storia che mi racconta suo nipote Antonio Trivellizzi è ricca di aneddoti interessanti cui si accompagna un grande desiderio di riscatto per riconquistare, dopo quarant'anni, la proprietà del frantoio in omaggio alla memoria del nonno da parte sua, e dei cugini Lidia e Mario, già  professionalmente operativi nello Studio Legale Associato Trivellizzi di Isola del Gran Sasso. Se è vero che l' unione fa la forza  è soprattutto l'orgoglio della gestione dell'azienda di famiglia che li spinge a conquistare un brand di alto profilo nel mercato oleario, curando nel dettaglio tutto il processo lavorativo: dalla coltivazione e conduzione degli ulivi alla potatura e in ogni fase agronomica degli impianti.

Mi dicevi che di uliveti ne avete diversi sparsi nei territori circostanti il frantoio.

"I nostri uliveti sono stati acquisiti nel tempo, in particolare nella zona di Trignano tra le frazioni più vocate. Successivamente abbiamo messo a dimora1500 piante sotto l'azienda Lazzaroni per i cultivar minori, proprio per garantire al consumatore una larga scelta di prodotti. Le varietà che compongono i nostri uliveti sono infatti la Carboncella, il Frantoio, il Leccino e il Tortiglione a cui si aggiungono i nuovi impianti di Intosso, Gentile dell'Aquila e Rustica; queste ultime cultivar minori tipiche dell'entroterra abruzzese". 

Proprio questa mattina ascoltavo sul TG1 il grido di allarme delle associazioni agricole sul fenomeno dell'Italian Sounding, un sistema di contraffazioni in crescita su una presunta italianità spacciata nei mercati europei e d'oltre oceano. Da questo punto di vista come pensate di tutelare l'olio del frantoio Gran Sasso per affermarne la sua indubbia qualità?

"Intanto si consiglia sempre il consumatore di prestare molta attenzione a tutto ciò che è scritto nelle etichette. Occorre inoltre potenziare l'azione di controllo delle autorità preposte ai diversi livelli istituzionali e commerciali.  Per quanto ci riguarda posso aggiungere che grazie alla quota limite in cui si produce l'olio "Gran Sasso" ed al microclima dovuto alla vicinanza con vette montuose, alle quali si devono inverni rigidi e forti escursioni termiche giorno-notte durante il periodo estivo, le drupe sono naturalmente protette dai parassiti e dagli attacchi patogeni. Una condizione ottimale che ci consente di evitare l'utilizzo di anticrittogamici chimici, naturalmente a vantaggio della qualità del prodotto finale". Antonio è inarrestabile nella sua narrazione da cui fuoriesce passione per il lavoro ma altrettanto piacere di onorare ed esaltare insieme a Lidia e Mario il lavoro svolto in uliveto durante tutto l'anno. Come se volesse esprimere un immenso sentimento di gratitudine verso chi gli ha dato coraggio e tenacia imprenditoriale sulla scia del buon ricordo del nonno Antonio, unitamente ai saggi consigli del padre Pierluigi. Sembra di avvertirne la presenza in quegli stanzoni silenziosi in attesa di essere invasi dalla raccolta delle olive per essere lavorate con cura certosina.


"Infatti", aggiunge Antonio, "nel mese di ottobre le olive, raccolte per la maggior parte a mano, vengono conferite in azienda entro pochissime ore e trasformate in vero "oro verde". E' questa la magia del frantoio Gran Sasso in cui la produzione si avvale di un impianto di ultimissima generazione a basso impatto ossidativo. Il macchinario installato alle tue spalle è un Cultivar 1000 dell'Azienda Mori TEM, leader di fama mondiale per la produzione di altissima qualità. E' bene sapere che nel nostro oleificio le olive, una volta defogliate e lavate, vengono frante con frangitore a coltelli dotato di griglia con canali antiriscaldamento, di pulitore esterno nonchè di inverter per la regolazione di giri di frangitura"

Hai un linguaggio e una competenza davvero encomiabili data la giovane età. Quanto tempo dedichi alla formazione e agli aggiornamenti?

"Abbastanza per esercitare al meglio il lavoro di commercializzazione in un mercato complesso e molto competitivo. Così, dal puntuale e passionale impegno che si protrae per ben dodici mesi, nascono olii di altissima qualità".

Se volessi descriverne pregi e caratteristiche organolettiche....

"Inizierei  con il 949, Olio Extra Vergine di Oliva. 

E' la punta di diamante dell'azienda, olio dedicato al fondatore del frantoio e a ricordo del 1949, anno in cui lo stesso è stato fondato. Nella Guida Oli d'Italia del Gambero Rosso viene considerato un "extravergine dalle fitte note vegetali, erba e verdura di campo su tutte. In bocca è rotondo e delicato; anche se si esprime con una punta di maturità, tornano le percezioni verdi, amaro e piccante presenti e persistenti".

Poi c'è l'Intosso, sempre Olio Extra Vergine di Oliva che si apre al naso con freschi sentori floreali ed erba di campo accompagnati da note di pomodoro e mandorla. Al palato l'amaro in apertura è impreziosito da bei toni di piccante con in chiusura fragranze mandorlate accompagnate da sfumate note di pomodoro per un olio con elegante struttura e persistente freschezza. 

Colli Uberti. Il nome gioca con l'etimologia di Colliberti, frazione di Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo che sovrasta l'area dove sorge il frantoio. Si tratta di olio Extra Vergine di Oliva caratterizzato da un fruttato medio di erba verde con importanti e persistenti sentori di amaro e piccante. 

Infine Insulae, altro olio extravergine di oliva caratterizzato da un insieme di profumi su cui primeggia una bellissima e fresca mandorla verde con riflessi di erba appena sfalciata. In bocca leggere note amare lasciano il passo ad un gradevole, appena più intenso piccante, con equilibrati sentori di erba e mandorla, per un olio di gradevole aromaticità e dolce in chiusura".

Quante cose interessanti ho ascoltato in oltre due ore di dialogo con Antonio tanto che fatico non poco a sintetizzarne l'essenza umana e imprenditoriale che ne è scaturita. Ci salutiamo cordialmente con la promessa di rivederci presto e via in andatura lenta sulla strada di ritorno con il sole ancora alto che invita a catturare altre splendide immagini....



 

 

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