Il futuro di Prati di Tivo tra finzione e realtà

di Marcello Maranella

Dopo circa  un mese di lavorazione a Prati di Tivo una troupe televisiva si avvia a concludere le riprese di uno sceneggiato che vedremo presto sulle reti  RAI. Dovrebbe chiamarsi Corpo libero, se non cambierà titolo in corso d'opera. Sono cose che apprendo al mio arrivo davanti all'ampio piazzale transennato mentre la cortese  vigilessa mi invita a tornare indietro e parcheggiare sul vialone. Qua e là curiosi in attesa del "ciak...si gira" finale. Fra loro c'è chi assicura che registi e operatori torneranno presto con altri progetti perchè la meraviglia del luogo fa la differenza.

Se ciò fosse vero produrrebbe un ritorno di immagine e di indotto economico favorevole per la stazione turistica di Prati di Tivo a livello di marketing territoriale a cui, però, dovrebbe seguire un'adeguata e competitiva offerta turistica. Che oggi, invece, langue fra polemiche astiose, inconcludenti e dannose.  Con il triste risultato degli impianti di risalita chiusi e improduttivi per tutta la stagione invernale ormai conclusa. Con riflessi negativi sugli investimenti di ristruttuazione in corso di storici  alberghi come Amorocchi e Gran Sasso 3. Con il rischio di sminuire irreparabilmente nel suo valore ambientale e turistico  quell'unico, incantevole paesaggio  alle pendici del Gran Sasso d'italia permeato di avvincenti storie di alpinismo. Non si può fare altro che sperare nel buon senso e nella pazienza di chi ha a cuore il rilancio di Prati di Tivo. 

E' dell'ultima ora, infatti,  la notizia che oggi pomeriggio  ci sarà  un incontro in Provincia convocato dal Presidente Diego Di Bonaventura su sollecitazione dell'imprenditore Erminio Di Ludovico, indicato come portavoce delle istanze degli operatori di Prati di Tivo. Non dovrebbero mancare all'appuntamento i soci della Gran Sasso Teramano, fra cui i rappresentanti di Camera di Commercio, i comuni di Pietracamela e Fano Adriano e le ASBUC di Piatracamela e Intermesoli, tuttora proprietari degli impianti.