Ricostruzione: Viaggio nei borghi terremotati
di Marcello Maranella
A tre anni dal sisma che ha colpito fortemente le comunità del centro Italia ancora nessuna traccia significativa del processo di ricostruzione. A tal proposito forse è utile riproporre questa testimonianza raccolta meno di un anno fa nel comprensorio reatino e marchigiano dei Monti della Laga.
A tre anni dal sisma che ha colpito fortemente le comunità del centro Italia ancora nessuna traccia significativa del processo di ricostruzione. A tal proposito forse è utile riproporre questa testimonianza raccolta meno di un anno fa nel comprensorio reatino e marchigiano dei Monti della Laga.
![]() |
| Amatrice, la Torre Civica svetta sopra le macerie del borgo completamente distrutto dal sisma 2016 |
Parto da Teramo alla
riscoperta dei luoghi colpiti dal sisma del 2016. Arrivo subito all'uscita nord
di Ascoli Piceno dove la superstrada veloce finisce e ti incanala nelle due
corsie di marcia. In un attimo la montagna ascolana ti ingoia fra le sue gole
strette e ombrose in una serie continua di semafori a intermittenza. Ai colori
del giallo, rosso e verde si aggiunge l'arancione dei gilets indossati dagli
operai dei cantieri polverosi di viadotti e gallerie che si susseguono fino ad
Acquasanta Terme. Un'immagine operosa e di buon auspicio. Come se i giorni del
terremoto fossero lontani anni luce e tutto riprendesse a vivere nel benessere
e nella normalità dello sviluppo. Invece, subito dopo aver superato impegnativi
tornanti, si scoprono casette prefabbricate e containers disposti ai lati della
strada dove un tempo sorgeva Pescara del Tronto.![]() |
| Una vela di mattoni con due vetrate rimaste integre dell'ex chiesa di S. Agostino |
" Inizia così una sorta di via crucis in città fantasma che meno di tre anni fa erano borghi animati e molto frequentati per la cortese accoglienza e l'originalità degli eventi promossi"
“E' finito tutto qui.... faccio davvero fatica a vivere con moglie e due figli piccoli" mi dice un signore sulla cinquantina che molto gentilmente mi fa cenno con il dito puntato sul divieto di imboccare la salita verso il centro liquefatto di Arquata del Tronto. Ha voglia di parlare come fossimo vecchi conoscenti. "Io sono nato a Arquata" mi dice sorridendo. "Faccio l'allevatore da piccolo, come mio padre, ma a malapena si riesce a vivere in questa condizione. Ho alcuni immobili proprio qui in pianura" indicando l'area sottostante. "Ma la ricostruzione?" dico io con un moto di partecipazione e lui mi tende la mano per salutarmi con un rassegnato...."lasciamo perdere". Resto di stucco mentre fisso oltre la circonvallazione il cancello semichiuso del Centro dei due Parchi. O meglio. Di quel che resta di una struttura ricettiva ben gestita e frequentata dagli appassionati del turismo naturalistico sotto le insegne del Parco del Gran Sasso-Monti della Laga e del Parco dei Sibillini. Progetti, speranze, occupazione, professionalità ed economie sostenibili svaniti nel silenzio spettrale in cui mi aggiro senza incontrare anima viva. Mancano gli spazi della condivisione sociale. Le piazze, le viuzze, gli slarghi del suggestivo centro storico di Arquata del Tronto sono solo un ricordo. Riparto con le spalle curve, immerso dentro storie di popolazioni sfortunate ai confini dell'Abruzzo. Il 6 aprile 2019 ricorre il decimo anniversario del devastante terremoto dell'Aquila.
![]() |
| Quel che rimane del paese di Campotosto nel silenzio tombale della sera |
![]() |
| Posto di blocco ad Amatrice all'inizio dell'ex Corso Umberto I |
Reportage completo a mia firma pubblicato sul quotidiano della Provincia di Teramo "La Città" del 21 settembre 2019




Commenti
Posta un commento