La forza e il mistero di un dipinto

Serata  da non dimenticare quella del 7 marzo 2019 che ha celebrato a Teramo la figura biblica di Giuditta. Tanta gente, fra appassionati ed esperti della materia, si è ritrovata nella splendida sede della Fondazione Tercas, in Largo Melatini, per ammirare "Giuditta e Oloferne" (1602 ca.), un dipinto straordinario gentilmente concesso in visione dalla collezione Lemme, attribuito a Orazio Gentileschi o a sua figlia Artemisia, a disposizione del pubblico dal 7al 19 marzo 2019.
"La Giuditta con la testa di Oloferne è un'opera di estremo interesse", ha esordito lo studioso Claudio Strinati nella sua interessante prolusione, "sia sotto l'intrinseco  profilo artistico, sia per le sue implicazioni sociali e politiche. Dell'opera, a prescindere dalla sua pressoché certa provenienza dalla collezione Albani dove risulta registrata alla fine del Seicento, non si sa nulla di preciso".
Misteri, dubbi, richiami a stili caravaggeschi, origini e finalità del collezionismo, il successo di un'eroina biblica e il simbolismo nella lotta contro la violenza sulle donne motivano ampiamente il forte impegno della Fondazione Tercas per la promozione dell'arte anche nella propria sede. A tal riguardo  mi spiega la Presidente  Enrica Salvatori...."E' bello togliere un dipinto così prestigioso  dal suo ovattato riposo in un caveau e diffonderne l'arricchimento intellettuale nel nostro territorio che ha bisogno di essere rivitalizzato per attrarre un pubblico più ampio oltre i propri confini".
Come del resto fa la Commissione Pari Opportunità della Provincia di Teramo attraverso il dinamismo della sua Presidente, Tania Bonnici Castelli, la quale da anni intensifica gli sforzi nella lotta contro la violenza sulle donne con apposite campagne di comunicazione. "Siamo partite nel 2017 con l'affissione di grandi manifesti nei cantieri della ricostruzione raffiguranti l'immagine della violenza sulle donne con l'opera "Susanna e i vecchioni". Poi, prosegue soddisfatta Tania Bonnici, insieme all'Ordine dei Farmacisti di Teramo abbiamo dato vita nel 2018 al progetto Artemisia, indicando le 94 farmacie in sportelli di primo aiuto per le vittime di violenza. Quest'anno siamo qui, ospiti della Fondazione, grazie alla disponibilità dell'avvocato Lemme e alla sua Giuditta e Oloferne per continuare nel nostro impegno attraverso l'arte". Un evento gradevole e contaminante, non c'è dubbio. Atmosfera da galleria d'arte in una cornice suggestiva che coniuga sapientemente  l'arte del restauro, pregiate porcellane, ceramiche e maioliche di Castelli, la storia della città racchiusa nel Palazzo Melatino del XIII secolo, considerato il più importante esempio, ancora esistente, di edificio signorile medievale di Teramo. Tra chiacchiere e sorrisi  sfoglio il bell'opuscolo di accompagnamento alla mostra stampato da Ricerche e Redazioni in cui compare l' Università San Raffaele di Roma come unico sponsor dell'evento, patrocinato da Provincia di Teramo, Fondazione Tercas e Commissione Pari Opportunità. Sarebbe stata un'occasione preziosa anche per il Comunedi Teramo nell'ambito della sua politica culturale.
Paola Di Felice, che ha curato l'edizione insieme a Rosalinda Inglisa e Claudio Strinati, è raggiante quando le chiedo un commento..." cosa posso dire...la nostra Università è deputata alla ricerca  senza la quale si può dire tutto e il contrario di tutto, e il dibattito sulla controversa attribuzione del nostro dipinto tra"addetti ai lavori" ne è un mirabile esempio" e infine aggiunge..."tuttavia questa è la vera cultura che è apertura, inclusione, dialogo, dibattito, ricerca". 
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Pubblicato anche sul quotidiano La Città di oggi

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