Il discorso politico del Sindaco

Il risveglio della città di Teramo, questa mattina, era insolitamente coinvolgente. Tantissimi i cittadini accorsi  all'Ipogeo per la proclamazione degli eletti il 24 giugno scorso al Consiglio Comunale. Dopo aver indossato la fascia tricolore Gianguido D'Alberto si è seduto sulla poltrona di Sindaco per assistere alla "sfilata" dei neo consiglieri davanti ai membri dell'Ufficio Elettorale Generale che, al di là della lettura formale dei nomi, ha registrato l'assenza di  Giandonato Morra, Giovanni Cavallari, Mauro Di Dalmazio, Alberto Covelli, Franco Fracassa, suscitando incredulità e disappunto di autorevoli osservatori. Tuttavia il centro della Sala consigliare era gremita di giornalisti e cameramen, discreti e professionali, ma attenti nel  catturare immagini ed emozioni  che segnano l'inizio di un importante cammino politico della città capoluogo di provincia più osservata d'Italia. Questa mattina dall l'Ipogeo, in quel luogo  che ospitò rimpasti e arroccamenti  di potere nell'era finale di Maurizio Brucchi, emergeva la voglia del cambiamento democratico e partecipativo della comunità teramana che ha affidato senza infingimenti le sorti della rinascita ad una generazione di giovani amministratori. "Sento un'emozione grandissima, che mi prende da dentro le viscere. E' la gioia della vittoria che si mescola con le grandi responsabilità che ci attendono. Una sfida gigantesca ma ce la faremo" mi risponde sottovoce Gianguido D'Alberto durante le operazioni di insediamento dell'assise comunale, intervallate da scroscianti applausi e lacrime liberatorie. Si può considerare un appuntamento importante con la storia aprutina dell'ultimo ventennio che si chiude con la resa delle armi di autorevoli rappresentanti politici di estrazione democristiana, confluiti via via in altre aree del centro destra, difensori di una concezione della gestione della cosa pubblica non più rispondente alle necessità di una società alle prese con profondi mutamenti strutturali di cui Teramo ne mostra segni evidenti. Anche l'abbraccio inaspettato di Cristiano Rocchetti a Gianguido D'Alberto in segno di stima e rispetto reciproco è un messaggio indicativo dei futuri rapporti fra maggioranza di centrosinistra e opposizione pentastellata che si determineranno in Consiglio Comunale. Del resto il discorso del Sindaco a chiusura dei lavori apre nuovi orizzonti e, si spera, sia foriero di risultati all'altezza dei tempi nuovi. Questa mattina Gianguido D'Alberto ha parlato un linguaggio politico che da tempo si attendeva... ..."amministreremo la città tenendo sempre a mente problemi e proposte dei singoli cittadini come pure quelli più complessivi e urgenti della nostra comunità. Tuttavia la regola sarà che non saranno mai anteposti gli interessi individuali a quelli del bene comune". Tutto dipenderà da come il nuovo sindaco saprà dosare, politicamente parlando, l'assegnazione delle deleghe assessorili e i ruoli istituzionali all'interno di una coalizione composita ( Insieme possiamo, Teramo 3.0, Teramo viva, PD), fra aspettative personali e competenze nell'agire amministrativo. Ma, date le premesse di cui diamo sinteticamente conto in queste note, non si può che attendere fiduciosi.    Marcello Maranella






















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