SINDACI e referendum

In genere ci si guarda in cagnesco fra chi è in corsa per conquistarsi la poltrona di sindaco. Se si incontrano per strada fanno finta di non vedersi. Negli assembramenti pubblici scrutano attentamente le mosse dell'avversario. Non si scambiano visite nelle proprie sedi elettorali. Pronunciano frasi e giudizi competitivamente esagerati l'un contro l'altro pur di strappare voti e consensi. Cose scontate per chi accetta le regole di combattimento nell'agone politico. Fa perciò un certo effetto al cronista vederli discutere con garbo e guardarsi negli occhi e sorridere al di là dei propri convincimenti. E' accaduto qualche giorno fa all'Hotel Abruzzi dove eravamo accorsi per  prendere lezioni di democrazia partecipativa al fine di conoscere, come è stato più volte rilevato dai promotori, il pensiero dei candidati sindaci sulla vicenda del teatro romano e gli impegni conseguenti da assumere in caso di elezione. Nell'attesa  dell'nizio dei lavori  abbiamo scherzato con loro, li abbiamo fotografati, abbiamo avuto l'impressione che la politica possa riprendere smalto e fiducia se i loro rappresentanti ispirano sentimenti di rispetto per l'altrui operato ed esprimono al tempo stesso una buona dose di competenza amministrativa, come hanno dimostrato nei loro interventi D'Alberto, Cavallari e Cardelli. Eccoli dunque visti da vicino: Paola Cardelli e Alberto Covelli, tutti e due ex consiglieri comunali dell'era Brucchi, oggi si ripresentano come candidati sindaco da fronti opposti negli schieramenti. Di sinistra la prima appoggiata da frange di rifondazione comunista e dal circolo "Sandro Santacroce" dopo la parentesi in consiglio comunale nelle fila del Movimento 5 stelle. Di centrodestra il secondo con profonda convinzione di diventare sindaco della città con il supporto delle liste civiche "Popolari con Teramo" di Dodo Di Sabatino e "Abruzzo Insieme" dell'ex assessore regionale di centrosinistra Andrea Gerosolimo. Cristiano Rocchetti, new entry della politica locale, candidato sindaco 5stelle si presenta con una rendita di posizione elettorale favorita dal fragoroso risultato del Movimento a cui appartiene nelle elezioni politiche del marzo scorso, in ogni caso riferimento locale di una parte politica che si accinge a guidare il prossimo esecutivo per il governo del Paese. Il cavaliere solitario Mauro Di Dalmazio che all'interno del centrodestra si antepone  a Giandonato Morra all'insegna del rinnovamento, candidandosi anche lui a sindaco con la sua lista "Al centro per Teramo", arruolando l'ex fedelissimo di Paolo Gatti, Rudy Di Stefano che guida la lista "Azione politica". Gianguido D'Alberto e Giovanni Cavallari legati da un comune destino come ex capi gruppo PD al comune di Teramo da cui sono usciti con profondo dissenso per dare vita a due raggruppamenti civici piuttosto compositi ma altrettanto determinati a battersi contro un centrodestra responsabile della crisi politica ed amministrativa al comune di Teramo.

Di spalle: Giovanni Cavallari e Alberto Covelli
Da sinistra: Cristiano Rocchetti, Mauro Di Dalmazio, Giovanni Cavallari, Paola Cardelli, Gianguido D'Alberto


I rappresentanti del Comitato per il referendum teatro romano. Da sinistra: i docenti dell'Università di Teramo Fiammetta Ricci e Carlo Di Marco, il pittore Sandro Melarangelo e il rappresentante del quartiere Cona.





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