Trasformazione dell'ex manicomio in Cittadella della Cultura: ambiziosa sfida di progresso e modernizzazione della Città di Teramo

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Marcello Maranella


Qualche mese fa, in occasione dell'apertura a Teramo del McDonald's, si percepiva in giro un senso di rigenerazione dell'area fuori le mura annerite di Porta Melatina. 

Dopo il tramonto tutto si illumina sopra i parcheggi a raso che ospitano la struttura di ristorazione in un continuo via vai di giovani e di nuclei familiari che ordinano la cena da asporto restando comodamente in attesa dentro l'auto.

Anche le resilienti attività commerciali di contorno, informatica, dolciumi, pizzeria e tabaccheria sembrano beneficiare di un valore aggiunto nella promozione dei loro beni e servizi. E ne potrebbero nascere di nuove fidando nell'indotto economico occupazionale derivante dalla trasformazione dell'ex Ospedale psichiatrico in Cittadella della Cultura. Mutando radicalmente la prospettiva sociale del luogo da fabbrica della follia a centro polifunzionale di ricerca scientifica e formazione di giovani generazioni di professionisti. 

Significherebbe dare vita ad un sogno coronato da una seducente idea di futuro. Sarebbe il ricongiungimento con il tessuto urbano dallo strappo di Coste Sant'Agostino. Si rafforzerebbe il profilo identitario di

Teramo Città Universitaria.

Almeno così l'hanno ideata e progettata i vertici dell'Ateneo teramano con l'intento prioritario di riportare armonia sociale e ricreare nuove economie commerciali e di servizi nel cuore del centro storico. Che vede il pieno sostegno dell'amministrazione comunale guidata da Gianguido D'Alberto.

"Adesso che il progetto entra nel vivo , vorrei avviare una riflessione sul fatto che si tratta di un grande gesto d'amore verso la città da parte dell'Università di Teramo" esclamò l'allora rettore Luciano D'Amico all'atto dell'aggiudicazione dell'ambizioso progetto di ristrutturazione allo Studio Desideri, uno dei più importanti d'Italia.

E così, nel 2019 il progetto della Cittadella della Cultura inizia il suo iter fidando su un finanziamento iniziale di 35 milioni di euro di fondi regionali Masterplan assicurati dalla Giunta D'Alfonso.

Ma ad oggi, purtroppo, i conti non tornano, a giudicare dalle precisazioni rilasciate giorni fa dall'attuale rettore dell'Ateneo Dino Mastrocola in seguito alla notizia divulgata dal Governatore  uscente Marsilio, secondo cui la Regione Abruzzo "non deve nulla a Teramo e all'Università" avendo riassegnato 20 milioni di euro.

"Il ripristino dei 20 milioni per la “Cittadella della cultura a fronte dei 35 richiesti, non sono sufficienti a coprire l’intero progetto esecutivo validato", sostiene invece il professor Mastrocola aggiungendo che sono necessari ulteriori 7,9 milioni.

 "Per far partire i bandi e rispettare i periodi di esecuzione indicati nella delibera della Giunta Regionale è necessaria la disponibilità immediata dei fondi assegnati.
Per il recupero integrale dell’intera area dell’ex manicomio e la realizzazione di quanto previsto nel primo progetto di fattibilità, sono necessari circa 60 milioni. Auspichiamo pertanto, oltre al nostro impegno a intercettare progetti competitivi per tal fine, interventi da parte degli Enti territoriali per raggiungere tale obiettivo».

Del resto a nessuno sfugge la complessità dell'opera. Si sta parlando di una città nella città, ormai da lungo tempo desolatamente vuoto e ingombrante. Uno spazio vitale da rianimare e rendere produttivo, in linea con la transizione energetica e digitale. Altrimenti sarà un vecchio rudere inquinante con immensi costi di manutenzione sulle spalle della comunità pagati attraverso i bilanci dell'Azienda Sanitaria teramana. 

Per ora tutto è bloccato in attesa dell'esito elettorale che uscirà dalle urne dopo il 10 marzo per la composizione del nuovo governo della Regione Abruzzo. Che, come è noto, vede contrapposti il Presidente uscente di centro destra Marco Marsilio e Luciano D'amico, candidato alla presidenza per il centro sinistra sostenuto da un'ampia coalizione denominata Patto per l'Abruzzo. In ogni caso, indipendentemente dal risultato,  è opinione diffusa fra i teramani che la questione ex manicomio dovrà essere tra i primi punti all'ordine del giorno della nuova giunta regionale. Come pure il dibattito sulla riforma del sistema ospedaliero abruzzese e la realizzazione del nuovo ospedale di Teramo, posto che il Consiglio comunale si è pronunciato con chiarezza sulla sua ubicazione.

Infine. Non si può non segnalare lo stato di degrado in cui versa l'Autostazione degli autobus di Piazzale San Francesco, di fronte all'ex manicomio.

"In sei mesi sarà la più bella e funzionale stazione dei pulman d'Abruzzo" titolavano gli organi di stampa alla fine del 2022 quando fu presentato al Comune di Teramo dall'azienda del trasporto pubblico regionale (TUA) il progetto esecutivo di ristrutturazione. L'unica cosa che si vede attualmente sono i bagni chimici senza maestranze e svolazzanti nastri di recinzioni per impedire l'accesso ai bagni pubblici ridotti a letamaio. Così è se vi pare, in barba alla sostenibilità ambientale, l'immagine consegnata a turisti e passeggeri nell'ingresso principale della Città!
foto  ma.ma

 

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