La Sovranità dell'Italia sconfitta e mortificata. La fine drammatica di Aldo Moro e la democrazia bloccata nel saggio di Pierfrancesco Galgani

 di Marcello Maranella

Ho appena finito di leggere un saggio di storia italiana del dopoguerra che riapre ferite profonde nella memoria di ognuno di noi. A partire dal titolo piuttosto eloquente: "La Sovranità limitata dell'Italia sconfitta. 1948-1978 Gli Stati Uniti, il mondo libero, Aldo Moro e il silenzio operoso" (ed. Tralerighe libri, 2021).  Un lavoro davvero interessante, frutto di una attenta  ricerca da parte di uno scrittore, Pierfrancesco Galgani, particolarmente dedito ai temi complessi di politica internazionale. Ad ogni capitolo ne segue un altro più sorprendente e sconcertante. Si ha la sensazione di vivere in un territorio particolarmente osservato in cui si muovono poteri economici e interessi  finanziari tali da condizionare le sorti di gran parte del pianeta. Senza affidare nulla al caso  ne scompongono i valori di democrazia e di progresso civile, muovono pedine politiche, militari e cospirative al solo scopo di imporre egemonie e controllo sui governi del mondo occidentale dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Da questo punto di vista l'Italia è al centro dell'attenzione non solo per la sua delicata posizione strategica nell'area mediterranea quanto per scongiurare ogni possibile avanzata delle forze di sinistra, soprattutto del PCI, alla guida del Paese. "Limitati i danni, al tavolo della pace", annota l'autore nelle pagine in premessa, " l'Italia fu trattata, a tutti gli effetti, come una delle nazioni causa del conflitto e che, sconfitta avrebbe dovuto pagarne le conseguenze." Il riferimento è al vertice di Yalta avvenuto nel febbraio 1945 fra il presidente americano Franklin Delano Roosvelt, il primo ministro inglese Winston Churchill e il dittatore sovietico Josif Stalin i quali posero le basi per dividere il mondo in zone di influenza. Uno spartiacque geopolitico che solo la fine della successiva Guerra Fredda avrebbe iniziato ad indebolire. Sullo sfondo comincia a delinearsi un intricato mosaico di  trame e complotti (Piano Solo,  Piazza Fontana, Golpe Borghese) in cui si mescolano servizi segreti, organizzazioni estremiste di destra, vecchi personaggi del passato regime fascista prestati al gioco delle superpotenze con l'intento di bloccare con ogni mezzo l'evoluzione e la legittimazione del Partito Comunista al governo dell'Italia. In maniera ancor più sotterranea,  però, i timori sono altri. Per l'America e l'Inghilterra  non si poteva consentire a Moro..." di restituire all'Italia il giusto peso nello scacchiere mediterraneo con l'accesso agli idrocarburi essenziali al boom economico". Risulta così ben articolata la narrazione di Galgani,  sempre in perfetto equilibrio fra la rappresentazione della drammaticità degli eventi e la trattazione rigorosa delle fonti che preparano il lettore ad affrontare il tema dominante del libro: il rapimento e l'uccisione della scorta di Aldo Moro da parte delle brigate rosse avvenuta il 16 marzo del 1978. E' l'apice della stagione tragica del terrorrismo che sfocerà dopo 55 giorni di prigionia con l'assassinio dell'eminente protagonista della politica italiana.  Un durissimo colpo sferrato contro le istituzioni repubblicane che modificherà inesorabilmente  il corso della storia nel nostro Paese. Proprio nel momento in cui il leader della Democrazia Cristiana avrebbe dovuto pronunciare in Parlamento la nascita di un nuovo governo di forze laiche e cattoliche presieduto da Giulio Andreotti, sostenuto dall'appoggio esterno del Partito Comunista Italiano guidato dal Segretario Generale Enrico Berlinguer. Un passaggio obbligato si sosteneva .."per rendere l'Italia una democrazia matura e, allo stesso tempo, permettere alla penisola di assumere un ruolo europeo e mediterraneo consono ai suoi interessi nazionali".  E ancora a detta delle  autorità inglesi, nel 1976, per bloccare l'ingresso nella maggioranza  del Partito Comunista Italiano e ostacolare la politica di Moro, dopo aver rinunciato ad un golpe, si era preferito ripiegare sul sostegno ad una diversa azione sovversiva. Tramontava così l'epoca del Compromesso Storico, tanto agognato quanto contrastato all'interno di quei partiti del cosiddetto arco costituzionale con al centro  la DC che, attraverso la linea intransigente della fermezza sacrificarono ad un tempo la vita dello statista e la loro essenza politica, aprendo la strada del loro disfacimento sancito nel 1992 dall'ondata moralizzatrice e giudiziaria di Mani Pulite. Intendiamoci: Pierfrancesco Galgani non è il primo nè sarà l'ultimo studioso a ricordarci di essere sempre vigili su quanto è accaduto e sulle incertezze del futuro prossimo venturo. Il suo è tuttavia un ulteriore utile contributo alla conoscenza di vicende complesse su cui nessuno finora ha pronunciato verità assolute. Restano punti oscuri forse perchè non si è potuto o voluto fare chiarezza. "Pensate che sia arrivato il momento di girare pagina?" Chiedeva proprio ieri sera su La 7 il conduttore di Atlantide Andrea Purgatori ai suoi due ospiti, Marco Bellocchio e Fabrizio Gifuni i quali, con linguaggi diversi nel cinema, in televisione e in teatro, hanno efficacemente sviscerato l'argomento. "Indipendentemente dall'accertamento della verità, che tuttavia è auspicabile, occorre intensificare l'informazione per coinvolgere opportunamente le nuove generazioni" ha sottolineato Bellocchio. Ancor più incisivo Gifuni con l'ideazione, la drammaturgia e l'interpretazione di "Con il vostro stridente silenzio", l'opera ispirata allo studio sulle lettere della prigionia e sul memoriale di Aldo Moro. Che in qualche modo evoca il richiamo del sottotitolo del libro di Galgani: Aldo Moro e il silenzio operoso...Buona lettura!

L'AUTORE

Pierfrancesco Gagani è nato a Firenze nel 1971, dove si laurea con 110 e lode in Scienze Politiche all'Università Cesare Alfieri, indirizzo politico internazionale. Ha pubblicato: La guerra in Vietnam. Le scelte presidenziali di JFK, Lyndon Johnson, Nixon e la prospettiva del grande schermo: "Berretti verdi Vs Platoon" (con Luigi Lenti, Robin 2018; La Casa Bianca al cinema. JFK, Nixon, W. I Presidenti nella storia e nei film di Oliver Stone (con Luigi Lenti 2015) giunto terzo al Premio Nabokov 2020; Una questione di carattere. L'eredità della politica estera di George W. Bush (Mondadori Bruno 2010) ha vinto nel 2010 il fiorino d'argento alla XXVIII edizione del Premio Firenze; America Latina e Stati Uniti. Dalla dottrina Monroe ai rapporti tra G. W. Bush e Chavez (Franco Angeli, 2007); "One Hell of a Gamble". John Fitzgerald Kennedy e Cuba dopo la crisi dei missili. Novembre 1962 - Novembre 1963 (RIME 2015). 

E' stato relatore nella Conferenza su Howard Zinn, Università di Milano 4 dicembre 2010. Sempre all'Università di Milano il 12 dicembre 2013 sul tema Le due Americhe: dalla morte di JFK al golpe in Cile; Convegno 21 dicembre 2010 Università di Teramo.


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