Atri città d'arte e di Teatro
di Marcello Maranella
E' una giornata grigia, a tratti piovosa, quando attraverso il centro della città ducale lungo corso Elio Adriano fino a Piazza Duomo. L'aria è pungente ma la sosta è d'obbligo fra la Cattedrale e il Teatro Piceno. Si chiamava così quando fu costruito nella seconda metà dell'800 con tanto di atto notarile. Da allora è sempre lì, di fronte al Duomo, con il suo primato di "unico teatro storico della provincia teramana", senza mai derogare dalla sua originaria funzione culturale. È una perla di architettura neoclassica assimilabile nella facciata, per certi versi e con le dovute proporzioni, alle linee sobrie della Scala di Milano. Impossibile trattenersi dalla voglia di entrare in quel magico luogo inaugurato nel lontano 1881con la messa in scena di "Un ballo in maschera" di Giuseppe Verdi in cui, in epoche successive, si sono esibiti grandi protagonisti del teatro italiano del Novecento.
A partire dagli anni ottanta il teatro comunale di Atri riprende prestigio e vigore in virtù di un ambizioso progetto di restauro così come mostrano le immagini che seguono. Meravigliosa la volta turchina affrescata dal pittore napoletano Giustino Di Giacomo. Lo stesso autore del telone del palcoscenico raffigurante l'imperatore Adriano che assiste al rogo dei libri dei debiti delle province. Al centro è da sempre posizionato l'orologio messo a punto dall'atriano Luigi Orlando. L'intera opera lignea dalla platea ai palchi, dal loggione al palcoscenico fu realizzata da Vincenzo Nini già distintosi nella costruzione dei teatri a Senigallia, ad Ancona, a Venezia e a Bologna.
Ad Atri i lavori iniziarono nel 1872 sotto la direzione dell'architetto Consorti rielaborando il precedente progetto ideato dell'Ingegnere teramano Mezzucelli.
Commenti
Posta un commento