Al Ceppo il turismo torna a dare buoni numeri. Cresce fra gli operatori la voglia di ripresa

 di Marcello Maranella

Per quanto lontana dal capoluogo la località del Ceppo, circondata da boschi fitti di pini, abeti e faggi secolari, resta sempre una delle mete  più desiderate per sfuggire al caldo africano che oggi, tra l'altro, si preannuncia oltre i 36 gradi. Me ne rendo conto incontrando giovani coppie di escursionisti che sbucano silenziosi tra gli alberi proseguendo la loro salutare passeggiata mattutina. Sembra di trovarsi in un altro mondo dove tutto torna a funzionare per offrire al turista in vacanza un'accoglienza commisurata alla bellezza di quel paesaggio che, ancor prima dell'arrivo della pandemia, era caduto nell'indifferenza e nell'abbandono. Anche se, a presidiarne il prezioso tesoro di biodiversità, erano rimasti i nativi della zona  e gli appassionati cercatori delle meraviglie del creato. Una natura lussureggiante ricca di cascatelle e sorgenti di acque limpide, prodiga di funghi di eccellente qualità come testimonia Bruno De Ruvo, uno dei migliori divulgatori della specie. Non è raro incrociarlo fra gli alberi o sui social e far tesoro dei suoi consigli. Come se continuasse a raccontare la favola di quel prodotto naturale che nei decenni trascorsi costituiva la specialità culinaria del ristorante-albergo Julia. Turisti golosi e esigenti buongustai arrivavano a frotte sul piazzale antistante il noto ritrovo in cui Pietro e Cesira allietavano la tavola con fantastiche variazioni sul tema, alimentando curosità e occupazione.

Ed è proprio su queste tracce indelebili che al Ceppo il turismo rinasce sotto nuovi auspici grazie ad una leva di giovani residenti che affrontano il futuro sorridendo alla vita, al lavoro, alla cura dei loro spazi da gestire. Che non si chiamano più albergo o residence. Lo dicono chiaramente le insegne pubblicitarie disposte in fila lungo la recinzione dellex casa cantoniera della Provincia, poi ceduta al parco come punto informativo e centro di educazione ambientale, trasformatosi recentemente in rifugio denominato "il Ceppo". Che fa il paio con il Rifugio dei sapori e con il Rifugio dell'alpino dislocati nelle frazioni del comune di Rocca Santa Maria, fra Belvedere e Paranesi, dove gustare le specialità della Laga con particolare riferimento ai funghi porcini sapientemente abbinati e confezionati.



 
Alle 9 il sole picchia in testa nel piazzale del Ceppo tanto da indurmi al riparo sotto gli ampi ombrelloni bianchi nel cortile dell'omonimo rifugio dove si organizzano grandi tavolate di carni alla brace e birra a volontà con marchio doc bene in vista. La prima immagine che si ricava è quella di un'organizzazione ordinata in grado di soddisfare una richiesta crescente di avventori in cerca di buon ristoro nella tipicità dei prodotti locali e nella quiete della pineta a ridosso del Rifugio del Ceppo. Fatti salvi, come indicano tassativamente i cartelli, la tutela dei luoghi e i dovuti distanziamenti anticovid.

"Posso esserle utile?" mi chiede gentilmente una graziosa ragazza di nome Agata mentre leggo la lapide affissa sulla parete in alto dell'edificio intitolata a Mario Capuani, martire della resistenza di Bosco Martese. Un simbolo importante per il territorio ma anche indicativo per il visitatore, indirettamente stimolato alla conoscenza del luogo dove si trova a villeggiare. Non è affatto casuale che al Ceppo, rinomato per la gradevolezza naturalistica, sia stata scritta una delle pagine più suggestive della storia della liberazione dal giogo nazifascista del secondo dopoguerra italiano. 

"Si, grazie" rispondo alla gentile ragazza a cui chiedo  numeri  indicativi sulla loro attività di promozione. "C'è molto movimento, per essere la ripartenza, dopo le ristrettezze dello scorso anno", è la sua prima risposta. "Siamo aperti tutto l'anno assicurando dal lunedì al venerdi la cena,  mentre per il fine settimana l'orario di accoglienza dei clienti è continuo per l'intera giornata. Per chi desidera allungare la permanenza sono disponibili all'interno camere e posti letto".  

In effetti la struttura merita attenzione per la qualità dei servizi predisposti, per la ristorazione con l'annessa rivendita di macelleria e per l'intrattenimento nel confortevole bar tipicamente allestito.



Poco sopra l'ex albergo Julia, a fianco dell'Ostello inattivo da tempo, su un pianoro assolato è sorto un maneggio ad opera dell'Associazione sportiva Trekking Horse Laga, con lo scopo di promuovere il territorio e l'inedito paesaggio dei Monti della Laga attraverso passeggiate a cavallo con guida alla scoperta di posti fantastici. Si va da Bosco Martese al Monte Ceraso, dall'antica via dei carbonai al Lago dell'Orso, da Pizzo di Moscio alle cascate della Morricana e della Cavata. Carlo Francesco e Davis sono tre giovani intraprendenti con diversi interessi lavorativi che hanno deciso di investire in montagna all'insegna della professionalità, della competenza e della passione che li lega  per i cavalli. Si tratta di un patrimonio piuttosto consistente di animali idonei e adatti ad ogni tipologia di cavaliere, dagli adulti ai bambini. Una struttura che conta oggi quasi trecento iscritti, sempre accompagnati da personale qualificato come guida equituristica, così da garantire massima sicurezza durante i tragitti, per un'esperienza piacevole e rilassante. 

Sono notizie che mi fornisce Carlo adagiato sull'amaca che distolgo dal suo beato relax. "Ci tengo a precisare che pur operando in sinergia con le altre attività del Ceppo, il trekking horse LAGA è un'entità a sè stante dal punto di vista organizzativo e gestionale", afferma deciso Carlo. "Siamo comunque tutti accomunati dagli stessi obiettivi: sviluppare e rendere attraente la vacanza sulla Laga. In tal senso il Rifugio del Ceppo è un motore formidabile, se si ferma ne risentiamo tutti". Forse è questo il motivo dominante della ripresa e del rilancio di questa parte della montagna teramana. Un punto di forza che poggia sulla condivisione e sulla qualificazione dell'offerta turistica che non contempla più individualismi e ataviche divisioni. Perciò è bello registrare le voci di Carlo e Agata sulla stessa lunghezza d'onda. Non dissimile è il comportamento dei gestori del camping aperto però solo nel periodo estivo. Comunque i dati sono confortanti grazie alle  presenze significative di campeggiatori provenienti dall'Italia e dal nord Europa, mi conferma soddisfatta la giovane signora che fa parte dello staff a conduzione familiare del camping del Ceppo.



E' già ora di pranzo e non voglio disturbare oltre. Ringrazio e saluto garbatamente guadagnando in fretta l'uscita per dirigermi verso la cascata della Morricana ma scopro con sorpresa che è chiusa la strada per lavori di manutenzione.  Poi, appena ultimati, toccherà al percorso che conduce al Lago dell'Orso, mi dicono alcuni passanti. Si tratta di un servizio certamente utile della pubblica amministrazione a sostegno dell'iniziativa privata che torna a rifiorire da queste parti. A diffrenza del passato  nessuna polemica precostituita si è affacciata fra le righe delle interviste rilasciate. Al massimo si è fatto riferimento al manto stradale da manutenere meglio, allo sgombero neve e altri minmi servizi di pubblica utilità da assicurare con celerità.

Che dire in conclusione del giro di ricognizione nella meravigliosa terra della Laga? Semplicemente di contribuire, ciascuno per la propria parte, alla sua valorizzazione e alla corretta fruizione del suo inestimabile capitale naturale. Buone vacanze ai lettori di AltreNote!
 

foto di marcello maranella

 


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