Vaccinarsi è un dovere. Ma è anche un invito a fare qualcosa di utile per la vita degli altri


Buongiorno. Non scrivo a cuor leggero sulle vicende di umana sopportazione dell'implacabile virus che da più di un anno ha messo alle corde l'intero pianeta. Nel nostro paese i dati di centinaia di migliaia di decessi con una media di circa 350 morti al giorno sono raccapriccianti. Muoiono in tanti per contagio ma anche  per mali oscuri che rannuvolano la mente e la vita d'un colpo si annienta. Così, un giorno dopo l'altro, perdiamo la memoria storica di chi ci ha generato mentre scompare una bella gioventù nel gorgo della solitudine e nella devastazione di affetti e sentimenti di chi sopravvive senza darsi pace. Due giorni fa ho avuto la "fortuna" di vaccinarmi con l'obbligo di iniettarmi la seconda dose il 13 luglio prossimo. Non ho usato a caso il termine obbligo. Dovrebbe essere la normalità di comportamento di tutti in uno stato democratico che vive un'immane tragedia sociale ed economica senza precedenti, dalle incerte prospettive di recupero. Eppure mentre attendevo il mio turno ho visto sui volti di signore anziane lo smarrimento e l'indecisione se sottoporsi o meno al siero di AstraZeneca. L'opera di convincimento dei familiari presenti è stata ammirevole e persuasiva. Non so quanti di voi hanno ascoltato la lettera aperta che circola in rete letta dall'attore Neri Marcorè nella trasmissione condotta da Luca Barbarossa su Radio RAI 2. Era indirizzata, ovviamente, alla cortese attenzione della dottoressa Zeneca Astra recitata da par suo in uno spassoso vernacolo marchigiano. Tanto sano umorismo, satira intelligente da sbellicarsi dalle risate ma altrettante amare verità. 

I vaccini si devono fare per tutelarsi la salute senza però rovinarsi la psiche e lo stomaco, è preferibile farsi consigliare dal proprio medico curante che tuttavia avrebbe fatto meglio a contribuire in prima linea per attenuare i disagi delle nostre comunità, non imbottirsi di chiacchiere di specialisti e negazionisti che si contraddicono negli studi televisivi dalla mattina alla sera, non farsi condizionare da chi predica l'eliminazione del coprifuoco e delle restrizioni come se, detto banalmente,.. ..tutto va bene madama la marchesa. Così non è. Lo ha ribadito con garbo e determinazione il Ministro della salute Roberto Speranza qualche giorno fa inaugurando l'hub dell'Ateneo teramano secondo cui non bisogna commettere l'errore di chiuderci in noi stessi. E io sono completamente d'accordo con lui e con il suo operato. Fiducia e prudenza dunque sono i sentimenti che ci devono guidare pensando ai medici e agli operatori sanitari, instancabilmente in prima linea fra la vita e la morte. Che ci ricordano quanto sia preziosa la salute per vivere meglio ma anche per  dedicarsi a qualcosa di utile per la vita degli altri. Che ci invitano, sostanzialmente, ad impiegare meglio il tempo che ci è stato riassegnato dalla sorte. A questo punto penserete che per mettere in ordine tutti questi argomenti abbia avuto tanto tempo a disposizione mentre ero in coda al Centro Vaccinale dell'Università presso il campus di Colleparco. Al contrario mi hanno sistemato con un pic indolore in meno di cinque secondi e un'attesa di ricomposizione raccomandata dai cartelli di appena dieci minuti. Non va tuttavia sottaciuto che si è trattato di una meravigliosa occasione per tutti noi teramani di renderci conto di quante funzoni essenziali per la città può svolgere un Ateneo, oltre ai compiti istituzionali della didattica, della formazione e della ricerca scientifica. 

Una sede in cui si respira cultura dentro e fuori le mura dove trovano collocazione opere di artisti di grande fama, tra i quali, Venanzio Crocetti e Diego Esposito, dove è stata concepita la progettazione del recupero edilizio ed architettonico dell'ex Ospedale psichiatrico da trasformare in Cittadella della Cultura e dove regnano alti principi di solidarietà, sostenibilità e inclusione sociale. Ebbene l'altro giorno ,dentro quelle aule e lungo gli ampi corridoi dell'università, mi sembrava di essere in buona armonia con lo Stato che funziona e governa l'emergenza con le eccellenze delle strutture sanitarie della Asl di Teramo, della Protezione civile, della Croce rossa, dell'esercito e del vasto mondo del volontariato. Una compagine essenzialmente giovane che sorride nel presente ma già pronta per essere delegata a gestire il nostro futuro.     

Marcello Maranella




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