Un anniversario che non si dimenticherà mai

Perirono in tanti quella notte del 6 aprile 2009 quando la città di L'Aquila rimase distrutta dal terremoto. Scomparve una bella gioventù colpita nel fiore degli anni. Un dolore incolmabile è sempre vivo nella memoria comune, soprattutto in quella degli aquilani che continuano a ricostruire oltre le mura sentimenti ed emozioni encomiabili. Ai tanti amici di quella comunità dedico un saluto affettuoso con queste righe tratte dalle mie.."cronache dal cratere".. in ricordo di attimi di solidarietà allora intensamente condivisi.



Per le vie di Onna                                                       9 aprile 2009

"Quanti pensieri si accavallano nella mente in questi attimi segnati dalle continue scosse di terremoto. Ovunque si diffonde il rifiuto di dormire dentro le mura della propria casa. Nel versante teramano continua l’esodo forzato verso i paesi della costa adriatica mentre in montagna ci si prepara a vivere in tenda per evitare il peggio.  La mattina del 9 aprile, ore 8.45, arrivo a Onna con gran timore. Temevo di non ritrovare più gli amici della Pro Loco con cui avevo condiviso intensi momenti di operosità e di squisita accoglienza. Era il 5 ottobre 2008, esattamente sei mesi prima dell’evento sismico, quando riattraversai quelle stradine strette per arrivare nella bella  chiesa di San Pietro Apostolo descritta con dovizia di particolari da Giustino Parisse. In un bell’articolo pubblicato sul periodico della Pro Loco di Onna, “L’Onda”, egli rievocava un’annosa controversia a proposito di una nicchia nella quale era conservata una mirabile statua lignea della Madonna col bambino, opera del 1400 di Carlo dell’Aquila. Di quella chiesa oggi non resta nulla tranne le antiche campane adagiate sul prato e quella statua lignea messa al sicuro in attesa che possa ritrovare una degna collocazione. In quella stessa chiesa lo scorso autunno la locale Pro loco celebrava l’ edizione 2008 del “Sabato del Villaggio”, a conclusione di una mostra estemporanea di pittura e di un premio di poesia. La manifestazione prevedeva infine il riconoscimento del “Fagiolo d’Oro” da assegnare a persone o istituzioni che si sono particolarmente distinte nella valorizzazione dei beni culturali e ambientali dell’Aquilano. Ero lì anche io, in compagnia di artisti e poeti, a  rappresentare l’impegno dell’Ente Parco  Nazionale del Gran sasso e Monti della Laga che, attraverso il "Progetto Cerere,” si pone a difesa delle antiche varietà colturali a rischio di estinzione e a presidio del territorio. Ho sempre vivo il ricordo di quell’atmosfera coinvolgente, di quei gesti gentili fra persone colte e sensibili che fortunatamente ho riabbracciato vagando fra le tende di Onna. Ora più di allora ci unisce la motivazione di quel premio, definito dall’assessore provinciale Pio Alleva, un segnale inequivocabile di un mutamento nella percezione culturale del Parco quale latore di messaggi positivi e costruttori di relazioni efficaci con le comunità. Ero emozionato, tanto commosso ma, soprattutto, onorato nel ricevere l’ambito riconoscimento assegnato da una giuria presieduta dal giornalista Giustino Parisse, altro grande onnese fortemente ferito nei suoi affetti più cari, eppure solido punto di riferimento morale e umano, come testimoniano i suoi lucidi resoconti dai luoghi della tragedia. Non finirò mai di ringraziare Vincenzo Angelone, il giovane e dinamico presidente della Pro loco, il serafico Marco Carpini, il presidente della Delegazione comunale di Paganica, Ugo De Paulis. Sono lieto di rivederli. Sui loro volti tirati non scompare mai il sorriso, il dolore è immenso".

tratto da "A contar camosci sulla Conca del Sambuco", Marcello Maranella, febbraio 2010, ed. Eicerche e Redazioni 

 


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