Marco Appicciafuoco, artista costantemente sospeso fra natura e scienza

Ha pensato bene l'assessore alla cultura del comune di Teramo Gigi Ponziani ad aprire le porte della Pinacoteca civica alle opere originali  Desert Light di Marco Appicciafuoco che rimarranno esposte fino al prossimo 20 giugno. Per dare l'idea del suo percorso artistico mi affiderò a quanto scrissi nel 2001 nella presentazione del catalogo Silicato Landascape. Un salto nel tempo di circa un ventennio da quelle sperimentazioni accostate al movimento della Transavanguardia che già attiravano l'attenzione di Achille Bonito Oliva. Un'evoluzione dell'estro creativo di Marco Appicciafuoco oggi certificato dalla critica autorevole di Franco Speroni ...di Naturali Esperienze..."Questi oggetti emozionali parlano infatti un linguaggio glocale perchè le materie e le immagini usate suonano come parole che vengono dalle montagne abruzzesi che tutt'ora Marco abita ma la sintassi è propria di una lingua ibrida: quella necessaria per esprimere il sentire complesso del nostro presente". 
Pur mantenendo inalterato il linguaggio dialetticamente espressivo in relazione alle mutazioni e alle contraddizioni del mondo circostante.
parliamo sempre di sculture che, al di là dell'accurata formulazione curvilinea sono accumulatori di energia cosmico-concettuale che  consentono a Marco frequenti digressioni analitiche nella trasformazione dell'argilla e negli accostamenti cromatici e materici.
E così la formazione artistica di Marco Appicciafuoco all' Istituto d'Arte di Castelli e all'Accademia aquilana di Belle Arti si esprime e muta con opere altamente evocative "Dallo Scirocco al Barocco", "Anomalie Animali", "Silicato Landascape" ispirato alle discariche abusive e i più recenti "Light Flowers" della rassegna Illuminando Lecce nelle strade principali della "Firenze del sud". Piccoli quadri tratti dal suo abituale spazio esterno prendono vita nel viaggio immaginario dell'artista tra i silicati e le infiorescenze matematiche di girasoli, nella mucca elettrica, quale messaggio in contrasto con gli organismi geneticamente modificati o nella bellissima goccia ricorrente nel triangolo aureo, di grande effetto comunicativo per la sinuosità e l'armonia formale.
Come tiene a precisare l’artista…” materia principale è la ceramica che si combina con elementi visivamente più sintetici e riflettenti quali vetri e metalli o addirittura impalpabili come la luce. Con questo impegno di notevole spessore culturale Marco Appicciafuoco, nonostante la sua eccessiva riservatezza, si ripropone all'attenzione di esperti ed estimatori che da tempo ormai lo indicano tra gli artisti più interessanti, spesso opportunamente evidenziato dalla rivista Arte. A tal riguardo credo che uno spazio urbano incompleto come la rotonda di accesso all'Ateneo, presso il campus universitario Aurelio Saliceti di Colleparco, potrebbe essere adornato con l'installazione delle opere dell'artista teramano nato nel 1970 e vissuto a lungo in quel quartiere. Sarebbe una scelta in perfetta sintonia con la sensibilità  recentemente espressa dall'Università degli Studi di Teramo che ospita, all'esterno del complesso edilizio di studi e formazione, opere pregiate di altri noti artisti dell'arte contemporanea, fra cui Diego Esposito e Venanzo Crocetti, che onorano l'immagine colta della città di Teramo.











Commenti

  1. Proposta intelligente Marcello Maranella, che mi auguro sia raccolta dall'Ateneo e dal Comune. Consentirebbe infatti di 'arredare' la rotonda con un'opera di un grande artista teramano, Marco Appicciafuoco. La nostra città deve investire nella Cultura e valorizzare e l'Università. C.G.

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