L'ex Zuccheruficio cede il passo al futuro di Gliulianova

Le notizie si rincorrono sulla stampa locale dopo la pausa ferragostana sulle possibilità di accordo circa le modalità di rigenerazione urbana fra Comune di Giulianova e noto Gruppo industriale per abbattere quel che resta dell'ex zuccherificio Sadam, alle porte della città. Si tratta di una partita difficile, una situazione piuttosto complessa quella che l'amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Francesco Mastromauro, dovrà affrontare nel rush finale per conciliare i principi di salvaguardia del bene comune che è fatto di servizi primari, di verde pubblico, di qualità della vita dei cittadini con gli interessi economici del gruppo industriale interessato all'investimento secondo determinate logiche mercantili. C'è già chi mette le mani avanti riconducendo la scelta ai cittadini in nome dei principi di democrazia partecipata, secondo le " modalità referendarie" proposte a Teramo prima e dopo la recente campagna elettorale amministrativa. L'auspicio di tutti, comunque, è che si firmi un accordo di futuro e di buon senso per il bene di Giulianova. Del resto, rimanendo fedeli alle notizie diffuse in questi giorni, in quegli spazi immensi di archeologia industriale si "insedierà" un'altra storia fatta di Centri commerciali, parcheggi, multisala di cinema ed eventi connessi ad altri dettagli frapposti dall'ente locale al fine di inserire in agenda amministrativa momenti significativi di pubblica partecipazione. E' il segno dei tempi moderni  in un mondo in continua metamorfosi antropologica e culturale. Fitte combinazioni di consuetudini e innovazioni, di luci ed ombre che condizionano non poco l'agire politico. L'estate scorsa, girando in bici fra Giulianova e Cologna, mi fermai a fotografare l'ultimo baluardo di una fiorente economia ormai lontana nel tempo. Quel lunghissimo agglomerato di capannoni e ciminiere anneriti e consumati a raffinare zucchero per decenni aveva sempre stuzzicato la mia attenzione di cronista pendolare, quando la "littorina", in partenza da Teramo per Pescara, entrava a Giulianova rallentando la corsa fino alla stazione ferroviaria e, subito dopo aver caricato altri passeggeri, riprendeva il suo lungo e lento zuccheroso cammino. Sarebbe interessante riscrivere qualche pagina di quell'Abruzzo teramano operoso che sognava un futuro migliore di sviluppo economico e di compatibilità ambientale, non privo di contraddizioni e di tensioni sociali, perciò degno di essere analizzato e trasmesso ad altre generazioni. Per ora soffermiamoci sulle ultime immagini impresse nella mia fotocamera.
Marcello Maranella



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