L'Abruzzo in fiore nel calendario del Parco

Sulla strada che conduce all'antico borgo mediceo di Santo Stefano di Sessanio l'ex Convento San Colombo nel comune di Barisciano, appositamente ristrutturato, costituisce un punto di eccellenza di livello europeo per la ricerca, la conservazione e la divulgazione dell'immenso patrimonio floristico della catena appenninica.  Vale dunque la pena conoscere un'altra meraviglia dell'Abruzzo aquilano, luogo ideale per lo studio e la meditazione allestito nell'esclusivo Centro Ricerche Floristiche dell'Appennino, nato da una sinergia fra L'Ente Parco e il Dipartimento di Scienze Ambientali dell'Università di Camerino

 
 



Con l'edizione 2018 del calendario del parco emerge l'impegno certosino e prezioso degli esperti che operano nel Centro di ricerca. Si tratta di un lavoro documentale attraverso un ricco erbario denominato Herbarium apenninicum che raccoglie oltre 40.000 campioni vegetali e per le attività di conservazione attraverso una Banca del Germoplasma all'interno dell'omonima rete italiana di Banche dedicata alla conservazione di semi di piante spontanee e di antiche varietà agronomiche locali. 


L’attività didattico-divulgativa è affidata al  " Museo del Fiore" e all’"Orto Botanico" in cui sono coltivate specie d’interesse scientifico o etnobotanico. Durante i primi anni di attività, particolare impegno è stato profuso nell'informatizzazione dell'erbario e nella sua sistemazione, in modo da poterlo rendere agilmente consultabile. 



 
                 Pur mantenendo il rigore e le finalità scientifiche del complesso San Colombo nel comune di Barisciano, il Centro Floristico consente anche una piena funzione ricreativa e di svago nell’ambito del più suggestivo distretto turistico culturale del Parco, meglio noto come ”Terre della Baronia” su cui svetta Rocca Calascio sopra geometrici campi aperti ben coltivati di Piano Viano e Piano Buto.

  


 
                  L’Orto Botanico si compone di un giardino tipo all’italiana, un orto murato in cui è stata riprodotta la tipologia dell’Hortus conclusus degli antichi edifici conventuali e un giardino naturale con splendida vista sui monti del Velino-Sirente.

Omaggio alla bellezza del  paesaggio, dunque.

In "Briciole d’ambiente" lo scrittore Giovanni Arpino ricorda che bisognerebbe “pensare al paesaggio” come a una continuità del nostro stesso corpo e come a un “habitat” che ci condiziona e ci nutre. Noi passiamo, mortalmente, molto più in fretta di qualsiasi paesaggio.  Da questo punto di vista il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è oggi un’importantissima presenza fisica sul territorio a beneficio di un ambiente montano che costituisce un vero e proprio “monumento europeo alla biodiversità”.  


Testo a cura dell'autore. Foto: Archivio Ente Parco.

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