La sabbia di Cerrano e i fanghi di Ortona

          Ripubblico questo articolo scritto qualche settimana  fa in omaggio ad un luogo caro e incontaminato come l'Area Marina Protetta simboleggiato dalla Torre di Cerrano. Con titolo aggiornato, evidentemente, in seguito alla  protesta di queste ore da parte dei sindaci dei comuni del litorale interessato, di cui Pineto è capofila, contro la Regione Abruzzo. Oggetto del contendere è l'autorizzazione regionale per  lo sversamento dei fanghi provenienti dal porto di Ortona nelle acque confinanti l'area marina. Al di là delle motivazioni tecniche addotte si tratta di una decisione "politica" che  mortifica essenzialmente il ruolo di chi, per decreto ministeriale, è preposto alla conservazione della biodiversità marina in nome dei sacrosanti principi di salvaguardia ambientale. Ancora una volta la massima istituzione abruzzese rischia di contraddirsi nell'esercizio delle sue funzioni di regione verde d'Europa.  m. m.
 





Come nel canto omerico delle sirene Cerrano cattura emozioni in ogni stagione. Per me resta Il luogo ideale  della spensieratezza dell'infanzia e delle meraviglie dell'adolescenza, quando ci si tuffava tutti insieme fra gli scogli nascosti dell'antico porto atriano. L'oblò della torre era la nostra bussola per non sbagliare direzione di nuoto. Il sole caldo dell'estate illuminava i fondali e i resti di un'antica storia marinara dove al posto di mercanti e marinai s'accampavano polposi ragni pelosi, mitili e pesci in ragguardevole quantità.
Noi entravamo in acqua e il pescatore con il suo vecchio pattino azzurro scaricava il magro pescato. In tarda mattinata, al nostro ritorno  in spiaggia, lui era ancora lì, vicino alla sua "barca" a rattoppare le reti.
Volti ed espressioni di un comune passato ora confinati nella mia memoria come....storie fantastiche di porti sommersi e sciabiche volanti, di streghe ammiccanti e stelle cadenti....
Oggi il mio mare d'inverno ha un fascino inconsueto.
Di incontenibile attrazione. Riscendendo da Atri, l'aristocratica regina delle colline, tiro dritto sotto l'abitato di  Mutignano e poi rallento in cima a Colle Cretone per rimirare l'azzurro infinito del mare di Cerrano.
Uno spettacolo unico. Incomparabile. Arrivo al sottopasso
dell'eucaliptus senza mai distogliere lo sguardo dalla torre.



Incontro gente imbacuccata dalla testa ai piedi per proteggersi dal vento gelido di gennaio ma c'è anche chi a piedi nudi ama passeggiare sulla battigia con gli scarponcini
in mano. Un gesto naturale, mi pare, se si riesce a coglierne l'intimo sentire del mare nell'oasi naturalistica del Cerrano.


La luce è ancora stimolante in questo pomeriggio di sole che si avvia lentamente al tramonto. Ideale per imbracciare la reflex e lasciarsi guidare dal ritmo del paesaggio che ti sorprende in continuazione nel piccolo lembo marino protetto. Senz'ombra di dubbio tra i più suggestivi della costa abruzzese .


Anche se per ritrarre un gabbiano in cima allo scoglio mi compare in lontananza la gigantesca trivella
che del nostro mare pulito non è mai stata una buona novella.
Mi è sfuggito in rima un pensiero frequente.
Che per noi nativi rivela un problema incombente.
Allora insisto per ricordare
che la guardia
non si deve mai abbassare .


Tanto per
conservare, tutelare, tramandare integra la bellezza del paesaggio agro marino delle rigogliose terre del Cerrano. 

Il Giglio di mare, Il Fratino, Il Giardino Mediterraneo
sono alcuni degli indicatori di interessante biodiversità dell'Area Marina Protetta Torre del Cerrano.
Istituita il 7 aprile 2010 con decreto del Ministero dell'Ambiente del Territorio e del Mare è considerata la prima area marina protetta abruzzese e del medio Adriatico.


L'interminabile pineta ha i suoi anni ma non "s'abbatte" dagli 'inizi del '900.  L'opera naturalistica fu ideata da un ricco possidente, sensibile e lungimirante, Luigi Corrado Filiani che avviò i lavori nel 1923 dopo una complessa opera di bonifica dell'area antistante la spiaggia di Pineto.
Dalla Torre di Cerrano, a confine con il comune di Silvi Marina, al torrente Calvano la pineta si snoda per alcuni chilometri su un tappeto di pigne secche e di prelibati pinoli. L'intenso profumo salmastro e la frescura di  Pini da pinoli e d'Aleppo, piantati nel secolo scorso, invitano al rigenerante rilassamento fisico e mentale.  Il tutto custodito da una variante al traffico pesante lungo la strada statale che rassicura il turista e avvantaggia l'ambiente. Benvenuti a tutti in terra d'Abruzzo, a sud della Provincia di Teramo uscendo dalla A14 al casello Atri-Pineto. Impossibile sbagliare!!




Testi e foto dell'autore.



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