Cultura Aprutina: UN CAPITALE da Ricostruire

Non voglio dilungarmi oltre il dovuto su questa sconfitta annunciata sin dall'inizio. Intendo riferirmi alla strumentale  proposta ingannevole di candidare Teramo a capitale della cultura 2020. La mia idea in proposito è piuttosto conosciuta per averla scritta e detta in ogni occasione in cui era  ed è in ballo il futuro della nostra città. Ora che il verdetto è noto ed inappellabile con l'esclusione di Teramo dalla lista delle città meritevoli di tale attestato invertirei l'ordine delle parole per non disperdere un capitale accumulato nei secoli ma spesso male investito. Nel senso di aprire subito una discussione nella città, in particolare tra le fila degli operatori del settore.

Penso ad un' aggiornamento dello stato dell'arte a seguito delle emergenze ambientali causate dal recente sisma che hanno svalutato beni di primaria importanza per l'esaltazione di tutte quelle risorse che impreziosiscono l'offerta culturale. Da quelli architettonici all'arredo urbano, dai presidi del sapere ai luoghi del saper fare, dal teatro alla musica,  dai servizi moderni alla città all'uso di nuove tecnologie che attraggono o allontanano turisti e visitatori in relazione al loro valore intrinseco. Dunque "un savoir donner a tout le monde" un capitale della cultura funzionale alla capitale della cultura.
Per cominciare sarebbe opportuno delineare uno schema tipo Analisi Swat per aggiornare le eccellenze senza eludere le criticità che sono tante. Ciò faciliterebbe l'elaborazione di un Piano di Ricostruzione degli spazi pubblici e privati, al centro come in periferia, affidandosi alle competenze e alla sensibilità di architetti, ingegneri, imprenditori, artisti e urbanisti,  bibliotecari e insegnanti, ricercatori e universitari in grado di interpretare e modellare  la vita sociale e culturale della città in modo da renderla competitiva rispetto agli stili di vita diversi ma contaminanti dell'area metropolitana pescaresechietina, di quella montanaquilana e di quella a confine con la provincia ascolana. 
Teramo e le sue specificità.
Al momento quello che rimane di una citta capoluogo di provincia non ha un'amministrazione comunale e fino alla prossima elezione appare difficile configurarne la competenza amministrativa e l'autorevolezza politica. Intanto i parchi fluviali del Tordino e del Vezzola sono in totale abbandono. Il loro potenziale ambientale è ridotto al minimo: senza servizi di controllo e ristoro per chi ama camminare o per chi vuole praticare sport. In quegli spazi verdi per eccellenza non vi si mostra con adeguata informazione alcuna memoria storica o aneddotica delle antiche popolazioni che abitarono e operarono in quelle sponde ma nemmeno un minimo  collegamento paesaggistico e botanico con il vicino Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Il Teatro Romano, mai sistemato e valorizzato, costituisce la cartina di tornasole della miopia politica che impera da anni: ad oggi nessuno conosce il suo vero potenziale attrattivo.Il Museo Archeologico è sbarrato e fracassato da lesioni profonde: i pochi passanti che transitano per la città non hanno una guida ne un'informazione sulla storia aprutina. La Pinacoteca e  la Sala Ipogea non fanno la differenza.
Giammario Sgattoni ritratto nel 1971 dall'amico Giuseppe Rosato


















Che fatica comunicare negatività. Vorrei vivere in una città bella e accogliente perciò torno a sfogliare TEATRI ROMANI CIELI APRUTINI illustrato da Vincenzo Cimini con il commento magistrale di Giammario Sgattoni. Un dialogo immaginario  di inusitato amore per la Città che vorremmo.
Dice ad un certo punto Giammario inneggiando alla sensibilità dell'amico Vincenzo:
,,,"ma la tiella sua stavolta, condita d'afrori primaverili, servita in piatti lucenti di cieli d'oro e di fiamma tra fòrnici vetusti e fondali fatati, ed infine - proprio dulcis in fundo - corroborata con torte e panettoni di teatri ed anfiteatri glassati di neve, assonnati nella conizie del Gran Sasso d'Italia che li scalda d'inverno li rinfresca d'estate; questa tiella dunque, d'una Teramo sconosciuta, di miracoli celati al cuore dei più, riaccende il nostro sguardo disilluso, palpita d'antichi amori nell'animo che non si vuole spegnere". 

Magia delle parole e incantesino delle immagini donate ai teramani. Da portare sempre nel cuore!


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