Project Abruzzi in omaggio al cane pastorale abruzzese, un'idea nata dalla passione di Francesco Lorusso e Alessandro Junior

 AltreNote 

di Marcello Maranella

 

Quando Francesco Lorusso mi ha invitato alla sua mostra fotografica dedicata ai cani da guardiania sono rimasto alquanto perplesso dal tema prescelto, conosendone meriti e passione per la ricerca di  immagini che esaltano la natura e il paesaggio abruzzese. E invece ho percepito con immenso piacere altre sensibilità e nuovi orizzonti narrativi ascoltandolo al bar San Matteo di Teramo in compagnia dell'educatore cinofilo Alessandro Junior sul significato del messaggio di Project Abruzzi che ha visto, tra l'altro, la partecipazione di molti giovani.

"Noi abbiamo individuato uno spazio all'interno di  ciò che caratterizza il mondo della pastorizia. Ci siamo avvicinati al suo complesso mondo fatto di fatica quotidiana nella cura degli allevamenti, nell'arte di fare il formaggio, nel rapporto fra pastore e greggi transumanti, nelle contaminazioni con altri territori oltre i confini dell'Abruzzo. Ma nessuno si è mai concentrato sul ruolo e sull'importanza del cane in tale contesto" precisa il fotografo Francesco Lorusso porgendomi il catalogo della mostra, che porta la sua firma in omaggio al pastore abruzzese. Per chi fosse interessato si ricorda che la mostra resterà visitabile fino al 30 novembre 2024.

Quindi Project Abruzzi mette in evidenza le caratteristiche di un esemplare di cane  fortemente identitario nella cultura pastorale abruzzese? 

"Certamente. Il nostro progetto vuole essere una dichiarazione chiara sull'origine e sul nome di questo cane. Senza equivoci con nomi strani che nulla hanno a che vedere con il nostro territorio".

Su quali basi si fondano le vostre affermazioni?

"Intanto sulla esperienza  di Alessandro Junior, uno dei massimi educatori cinofili. Apprezzato dalle aziende per il lavoro dei cani da guardiania che risulta fondamentale per la tutela degli animali al pascolo, ma anche per la mitigazione dei conflitti con i grandi predatori. Molto seguito da una leva di giovani promesse presenti qui alla mostra, tutti entusiasti nel condividere obiettivi e emozioni di una pratica millenaria".


E le foto in esposizione sono frutto di rilevamenti sul campo per quanto riguarda gli aspetti comportamentali del pastore abruzzese?

" Naturalmente. Si tratta di un discorso fotografico che noi abbiamo organizzato seguendo il gregge e i cani nelle loro manifestazioni. Abbiamo, in sostanza, individuato tre aziende agricole: una nel teramano, una nell'aquilano e una nella Maiella che selezionano i loro cani da guardiania in grado di adattarsi, data la loro natura transumante, ad ogni modificazione del tempo e dello spazio. Avevamo ipotizzato un anno di lavoro ma ne abbiamo impiegati tre senza trascurare alcun dettaglio per poter ricavarne l'essenza dal punto di vista comportamentale. Speriamo che il risultato ottenuto traspaia anche dalle immagini esposte".


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