Con Remo Rapino si riscopre L'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. Lo scrittore protagonista dell'appuntamento di giugno di "Ti presento un classico"

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"Ti presento un classico" continua il suo viaggio e per l'appuntamento di giugno si inserisce all'interno del Festival di SquiLibri di Francavilla al Mare: la rassegna di otto incontri a cadenza mensile con personaggi di spicco della letteratura italiana prosegue sul magico sfondo offerto dal Pontile Sirena domenica 23 giugno alle ore 20.00 con Remo Rapino e L'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters. L'appuntamento è gratuito ed aperto a tutti.

Collaborano a questo progetto (al fianco del Comune) Fonderie Ars e Identità Musicali ed inoltre la Scuola Macondo; la direzione artistica è dello scrittore abruzzese Peppe Millanta, Direttore artistico altresì di SquiLibri – Festival delle Narrazioni. 

L'Antologia di Spoon River è stata pubblicata per la prima volta da Einaudi nel 1943, tradotta da Fernanda Pivano e scoperta da Cesare Pavese. Da allora sono state fatte innumerevoli edizioni; il numero di copie vendute, da autentico bestseller, è straordinario, soprattutto se si tiene conto del fatto che si tratta di un libro di poesia, tradotto per di più da un'altra lingua. Dal libro sono stati tratti dischi, riduzioni teatrali, musicali, radiofoniche, televisive. E intere generazioni l'hanno scelto come testo da leggere e come oggetto di studio. Con tre scritti di Cesare Pavese. 

Edgar Lee Masters è stato un poeta statunitense; cresciuto nell’Illinois, visse a Chicago praticando l’avvocatura ma desiderando soprattutto di affermarsi come poeta e di cantare la vita «di quelli che lavorano, dei predicatori, degli atei e di tutti i tipi umani». 

Nel 1915 pubblicò L’antologia di Spoon River (Spoon River anthology), che ebbe un successo immediato e clamoroso. Nata, come per miracolosa germinazione, dalla lettura degli epigrammi sepolcrali della greca Antologia palatina, Spoon River allinea, in versi appena ritmati, le lapidi del cimitero di una piccola città del Midwest: quasi una microstoria in frammenti dell’America provinciale tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo. 

Le voci incrociate dei morti che «dormono sulla collina», e che al cenno del poeta si destano dai loro inferni, purgatori, brevi paradisi, smascherano le ipocrisie del potere, le menzogne degli amanti, le angosce dei giusti, per svelare la disintegrazione degli antichi codici morali dietro lo specchio della rispettabilità. 

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