"Musica & Libri al Braga" con l'archeologa Paola Di Felice e la pianista Elisa Casimirri
Quarto appuntamento Sabato 7 maggio alle ore 17:30 di "Musica &Libri al Braga", l'nteressante rassegna nata dalla collaborazione della casa editrice teramana Ricerche&Redazioni con il Conservatorio Musicale "G. Braga” di Teramo.
Per l'occasione, l'archeologa Paola Di Felice presenterà il suo libro sulla "Stele di Bellante” dialogando con il sindaco di Bellante Giovanni Melchiorre. Il preludio musicale sarà affidato alla pianista Elisa Casimirri che eseguirà "Lo schiaccianoci" di Pëtr Il'ič Čajkovskij, op. 71a, Suite dal balletto.
L'appuntamento
è a Teramo in Corso San Giorgio 14, con ingresso libero fino a
esaurimento posti: obbligo di utilizzo della mascherina.
Il
volume ripercorre la vicenda di uno dei ritrovamenti archeologici più
importanti d'Abruzzo, realizzazione editoriale fortemente voluta dal
Comune di Bellante e dal suo Sindaco Giovanni Melchiorre, in un virtuoso
percorso di valorizzazione culturale. Insieme alla pubblicazione del
volume, infatti, la scorsa estate il Comune di Bellante ha fatto
riprodurre una replica a grandezza naturale della Stele – da tempo
conservata presso il Museo Nazionale Archeologico di Napoli – oggi
esposta in Comune.
Oltre
al saggio critico della professoressa Di Felice, il volume, in elegante
veste grafico-editoriale, riporta la riproduzione anastatica del "Breve
commentario di una iscrizione arcaica rinvenuta in Castel S. Andrea di
Bellante nel Pretuziano" di Domenico De’ Baroni Guidobaldi del 1876.
Così scrive la curatrice del volume:
Perché
ogni nome inciso sull’epidermide di queste pietre è una storia,
frammento di una lontana realtà che non si rassegna all’oblio.
Ogni
impaginato finisce per offrire una suggestione, per sollecitare
un’idea, o meglio un ipotetico vissuto, adattato alla propria
sensibilità...
Perché tante altre storie
individuali trovano qui un serbatoio di uomini e donne sospese, con le
loro vicende, nella luce che piove sulle poche lettere di una non
cercata notorietà, dovuta al lavoro di storici e archeologi...
Perché
si narrano, linea dopo linea, vicende di illustri personaggi; storie di
vita ed episodi di morte, consegnati all’immortalità di una lapide che
la terra ha conservato per millenni e il caso ha restituito alla
comunità tutta...
Perché, nella morte,
si rende omaggio alla vita con gli oggetti del quotidiano, le armi, i
gioielli, quasi a rendere immortale il piccolo, impercettibile, rapido
percorso dell’esistenza.»
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