Cinghiali: espansione incontrollata non più sostenibile. WWF Abruzzo e Facoltà di Veterinaria dell'Università di Teramo sollecitano misure di contenimento

 di Marcello Maranella

La sede della facoltà di Veterinaria a Piano d'Accio di Teramo ha ospitato ieri mattina un incontro di studio sul cinghiale promosso dall'Università degli Studi di Teramo  insieme al WWF Abruzzo. La prima impressione ricevuta è stata la qualità degli argomenti trattati dal punto di vista scientifico in piena sintonia con le azioni di salvaguardia ambientale messe in campo sul territorio dall'associazione ambientalista e dagli enti pubblici preposti. Va innanzitutto rilevato che si tratta di una materia alquanto complessa per l'individuazione delle misure di contenimento e controllo da adottare. Senza dimenticare i casi  di peste suina manifestatisi recentemente in Liguria e Piemonte. Un campanello d'allarme da non sottovalutare, continuamente sottoposto all'attenzione dei carabinieri forestali, testimoniata ieri al convegno dalla presenza del Comandante regionale "Abruzzo e Molise" Giampiero Costantini, dal colonnello Luca Brugnola comandante del g. c. f. di Campobasso nonchè referente dell'arma  "Abruzzo e Molise" per la peste suina africana e dal colonnello Gualberto Mancini, comandante del g. c. f. di Teramo.

Ad illustrare le criticità e le possibili soluzioni di contenimento della specie sono intervenuti i tecnici dei Parchi nazionali dell'Abruzzo Lazio e Molise e di quello regionale del Sirente-Velino mentre per il Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga il Presidente Tommaso Navarra ha fornito interessanti spunti di riflessione. Si è altresì posto l'accento sulle cause che da decenni generano conflitti fra il mondo venatorio e i vari portatori di interessi produttivi e turistici. Da questo punto di vista sono stati sottolineati da più relatori due aspetti conseguenti. Da un lato il pericolo sempre più frequente di colpire da lunga distanza turisti e visitatori in aree protette, dall'altro  la forte pressione che le forme di abbattimento (caccia o selecontrollo) esercitano sugli ungulati costringendoli a difendersi e a spostarrsi nei luoghi urbani e marini in cerca di cibo. Immagini ormai consuete nei reportage televisivi.

Molto efficace  in apertura dell'incontro l'analisi del Professor Andrea Mazzatenta dell'Università degli Studi di Teramo sul fenomeno cinghiale tra gestione e danno ambientale a cui sono seguiti quello di Filomena Ricci (la gestione del cinghiale: una revwe scientifica) e Marco Galaverni rispettivamente in rappresentanza di Wwf Abruzzo e Wwf Italia, oltre a Barbara Franzetti dell'ISPRA collegata in video per rappresentare dati e e problematiche a livello nazionale. Presente in sala Dante Caserta  in veste di Vice presidente nazionale WWF Italia che ha tratto le conclusioni dell'iniziativa mentre in collegamento Emanuele Imprudente, Vicepresidente della Regione Abruzzo ha espresso il punto di vista dell'Ente. Moderatore del dibattito Michele Amorena, docente dell'Università degli studi di Teramo e membro del Comitato scientifico WWF.


Un altro aspetto importante evidenziato riguarda l'esperienza  maturata negli ultimi anni nelle Oasi del Wwf raccontate e illustrate dall'esperto della  Riserva Naturale Regionale del Lago di Penne, Osvaldo Locasciulli e dal Direttore dell'Oasi dei Calanchi di Atri, Adriano De Ascentiis. Due realtà abruzzesi di eccellenza  nel lavoro di prevenzione attraverso le rcinzioni elettrificate e le gabbie di cattura per attenuare gli ingenti danni da cinghiale alle colture agricole.

Il tutto ben condito di riferimenti normativi, di ricerche scientifiche maturate finora ma anche tanto senso di responsabilità per il lavoro ancora da fare e da condividere fra i soggetti interessati con  azioni riequilibratrici della biodiversità animale, vegetale e agricola nelle nostre aree naturali protette.



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