GENTE DI TERAMO Gabriele Petrini raffinato e creativo chef della cucina teramana. L'affettuoso ricordo degli amici e dei familiari. Marco Pannella tra i suoi fedeli estimatori .

 di Marcello Maranella

Gabriele Petrini se n'è andato da poche settimane colto da un malore improvviso. Una perdita incolmabile caratterizzata da rimpianti e ricordi affettuosi di chi aveva avuto la fortuna di conoscerlo e apprezzare le doti umane e professionali del bravo cuoco proveniente dalla prestigiosa scuola di Villa Santa Maria.  Qualche giorno fa, grazie alla sensibilità di alcuni suoi estimatori sono venuto a conoscenza di particolari interessanti della sua esperienza di chef. Dicono di lui che è stato acclamato e riconosciuto fra gli interpreti più originali della tradizione culinaria aprutina. C'era chi raccontava aneddoti gustosi sulla sua radicata amicizia con Marco Pannella e chi ne tratteggiava con rispetto e ammirazione i lati eccentrici della sua personalità. Tutti concordi, comunque, nel rendere un doveroso omaggio alla memoria di un teramano di talento che ha onorato con garbo e discrezione la sua terra d'origine. Il breve profilo che segue si arrichhisce di immagini suggestive gentilmente messe a disposizione dalla figlia Barbara
Era persona colta Gabriele Petrini. Di quella cultura affinata sul campo con corsi di formazione ed esperienze maturate in Italia e all’estero. Nel suo continuo girovagare nel nord Europa, spingendosi fino in Turchia, era mosso dalla curiosità di allargare i confini della conoscenza, specie nell'arte della preparazione del cibo, sia pure con tradizioni e linguaggi molto diversi fra loro.
In ogni sua espressione personale e professionale emergeva con estrema naturalezza un gusto raffinato nel collezionare penne stilografiche o nell'eccentricità dell'abbigliamento tipicamente anglosassone:  famosi i sui pantaloni da chef come pure scarpe, borse e borselli in cuoio che, all'occorenza, sapeva anche restaurare.

Grande Maestro dei fornelli Gabriele Petrini veniva elogiato dai buongustai rigorosi di lungo corso  come  uno degli ultimi cuochi, se non addirittura l'ultimo, che conosceva la cucina teramana di tradizione, sia nella versione borghese che in quella popolare.
C'era chi si appassionava alle carni scelte dallo chef Gabriele per la meticolosità dei tempi di cottura, soprattutto al forno. Celebri restano i suoi agnelli “rossi” e i cosciotti e spallette di maiale o vitello che hanno soddisfatto palati fini in cene importanti promosse da associazioni e club come LIONS, Rotary e Accademia della Cucina presso il Ristorante "I Tigli " dell'Hotel Abruzzi, in piena sintonia con l'allora titolare Eligio Filipponi. 

Il Presidente dell’Accademia della Cucina teramana, in occasione del più importante appuntamento denominato “Cena Ecumenica”, onorato nella stessa data in tutto il mondo, nella lettera di ringraziamento indirizzata a Eligio Filipponi per la elevata qualità espressa dal Ristorante “I Tigli”, così aggiungeva sullo Chef "… a nome di tutti gli Accademici, mi fa piacere rivolgere un vero compiacimento a Gabriele che in diversi momenti (della cena) è stato applaudito e riconosciuto come la “memoria storica” delle nostre tradizioni enogastronomiche, avendo saputo riassumere in modo encomiabile la complessa sequela dei riferimenti agli innumerevoli menù delle festività religiose del territorio".

Così era il suo tocco da maestro anche per  le cene tematiche alla scoperta di prodotti di eccellenza locali. Solo pochi amici intimi sapevano che la sera prima dell'evento enogastronomico Gabriele passava ore ed ore a provare e verificare la riuscita di piatti particolarmente ispirati ma mai fuori dai canoni della migliore tradizione aprutina. Ovvero la rivelazione della raffinatezza di piatti di strada con cena di porchetta e champagne. E poi ancora registrazioni televisive di piatti teramani su YouTube per TV Sei in “Abruzzo che cucina”. Esemplare quella della “chitarrina con le pallottine” del 24/12/2011.
In una trasmissione di "Linea Verde", registrata nel periodo di Pasqua subito dopo il terremoto del 2016 presso l'agriturismo Lo Scoiattolo, sopra Montorio al Vomano, diede ancora una volta prova di creatività davanti alle telecamere della Rai.

Altro grande successo di Chef Gabriele fu il Buffet di specialità teramane offerto all’interno del  Louvre di Parigi strabiliando di piacere e ammirazione un gran numero di Conservatori del Museo, primo fra tutti il Conservatore Capo, cui seguirono tante richieste di asporto da parte degli ospiti presenti. Una serata memorabile con un menù impareggiabile di timballo di crespelle, mazzarelle, chitarrina con le pallottine, oltre alla porchetta di maialino e tante altre ghiottonerie, accompagnate da abbondante Cerasuolo di Montepulciano d’Abruzzo. 

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