Da ieri la Sala dei Fondi antichi della Biblioteca "Delfico" porta il nome di Dalmazio Di Dalmazio

Nonostante la cappa di umidità opprimente di questo insolito giugno teramano, ieri pomeriggio nella Sala polifunzionale di via Comi sono intervenuti in molti a rendere omaggio alla figura di Italio Di Dalmazio ad un anno dalla scomparsa. A fare gli onori di casa c'era il Presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura, il quale, nell'annunciare la volontà dell'Ente di dedicare alla memoria di Italo Di Dalmazio una delle sale più prestigiose della Biblioteca "Melchiorre Delfico", ha sottolineato il valore della continuità politica ed amministrativa di un importante Ente territoriale come l'amministrazione provinciale che ha trovato in Italo Di Dalmazio uno dei suoi più colti e dinamici rappresentanti.

E' seguito, infatti, un alternarsi di testimonianze tanto pertinenti quanto sentite, pronunciate davanti ad un pubblico attento e rispettoso nei confronti dei familiari di Italo Di Dalmazio presenti in sala, mentre scorrevano le sue immagini più significative dal punto di vista politico ed istituzionale.  Diciamo subito che gran parte dell'attenzione è stata riservata all'opera svolta dall'ex assessore provinciale per l'elevamento culturale ed organizzativo della Biblioteca, accompagnata da un'efficace e lungimirante promozione turistica che ancora oggi, nonostante il depotenziamento strutturale delle Province, resta impressa nella memoria delle nostre comunità. C'era il rischio, come spesso accade nelle commemorazioni, di inciampare nella retorica falsandone i contenuti e le finalità come si è affrettato a precisare Luigi Ponziani all'inizio del suo intervento. Ma così non è stato, per fortuna! Sia da parte teramana che da parte civitellese. 

Tutti si sono dichiarati estimatori e allievi del maestro: da Cristina Di Pietro a Fiore Zuccarini a Nadia Di Luzio, da Claudio Ruffini a Gianguido D'Alberto traendo fuori l'essenza della personalità di Italo: più umana che politica. Più vocata al fare che al disquisire nonostante le sue riconosciute qualità dialettiche. Sempre disponibile all'ascolto ma anche aperto all'auto ironia quando indossava gli abiti in costume alla festa de lo Governatore, da lui stesso ideata e fortemente sostenuta in onore della storia di Civitella del Tronto dove erano le sue radici originarie e la sua esperienza di sindaco. Anche chi scrive nè ha apprezzato gli spunti originali quando era assessore al turismo e attività produttive nella giunta guidata da Claudio Ruffini. Ricordo con piacere Italo Di Dalmazio perchè sapeva conuigare perfettamente sapienza e garbo nelle relazioni interpersonali. Passava spesso in provincia e si parlava con reciproco entusiasmo di cultura come di turismo e di Patto Territoriale di cui coglieva argutamente le reali potenzialità di sviluppo. Il suo ultimo impegno alla Presidenza della corale Giuseppe Verdi costituisce un alto contributo di sensibilità artistica e musicale.             marcello maranella





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