Patto Territoriale per Teramo e provincia

 Giorni frenetici in Provincia di Teramo dopo il riconoscimento di area di crisi del distretto industriale Val Vibrata con un finanziamento di trentasette milioni di euro a cui si aggiungono in queste ore le assicurazioni da parte dell'Unione Europea di altri consistenti interventi economici per la città di Teramo e degli altri comuni del cratere colpiti dal sisma e dalle calamità naturali. Perciò i problemi potrebbero attenuarsi e invertire una pesante e negativa tendenza. Come dire, senza ipocrisie, che il pubblico definisce i criteri e le procedure per accedere ai finanziamenti, senza lungaggini e nella piena trasparenza, mentre i privati impegnano ulteriori risorse proprie in investimenti e nuova occupazione attraverso un patto territoriale realmente unitario. In mezzo agisce, con compiti ben definiti, la Camera di Commercio di concerto con le associazioni di imprese e le organizzazioni sindacali. Il tutto concordato e deciso attraverso un progetto politico di cui, oggi più che mai, si sente un agognato bisogno. Da cronista non mi sogno minimamente di consigliare tattiche e strategie a nessuno. Al contrario suggerisco esperienze precedentemente sperimentate a cavallo tra 1998 e il 2002. In quel periodo ventisei comuni della Provincia di Teramo beneficiarono di cento miliardi di vecchie lire concesse dall'allora Ministero del Tesoro che diedero vita a circa 250 miliardi di investimenti con oltre mille nuovi occupati nei settori manifatturiero e turistico. L'ago della bilancia era l'Amministrazione provinciale indicata con chiare norme di riferimento nell'ambito della cosiddetta Programmazione Negoziata di cui in questi giorni Renzo Di Sabatino ne ricorda gli effetti positivi forse pensando che possa costituire un percorso da intraprendere con le dovute differenze temporali proprio per la rinascita del nostro sistema socio economico. L'auspicio di tutti, comunque, è che la rabbia o la rassegnazione dei teramani si trasformino in un rinnovato senso di appartenenza nei confronti di un territorio ricco di potenzialità e di storia di cui l'attuale schiera di amministratori locali è garante. Nel bene e nel male. Ricordo che prima della manifestazione romana i sindaci non hanno avuto remore nei confronti del Presidente del Consiglio Gentiloni, incontrato a Teramo in precedenza  presso la sala consiliare della Provincia. Al di là dei toni sostenuti essi comunicavano proposte concrete e chiarezza d'intenti in difesa delle condizioni precarie dei propri amministrati. Tutto torna per sottoscrivere un nuovo Patto Territoriale. Con nuovi stimoli e con le migliori competenze politiche e professionali.

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