Maria Grazia Biferi eccellenza teramana nella ricerca sulla SLA
Presi come siamo ogni giorno dall'incubo del debito pubblico e dal quotidiano affanno esistenziale, difficilmente riusciamo a rintracciare le buone notizie di progresso scientifico e di umana solidarietà diffuse nel mondo. Il mio racconto di oggi è dunque ispirato dall'esempio di una giovane teramana residente a Parigi dove è approdata per il dottorato di ricerca e attualmente presta la propria opera con brillanti risultati presso l'Institut de Myologie. Maria Grazia Biferi, nata a Giulianova, in provincia di Teramo, trentaquattro anni fa, ha appena ricevuto un lusinghiero riconoscimento per la sua ricerca sulla SLA ( Amyotrophic Lateral Sclerosis ), una malattia molto rara ma al momento non ci sono cure adeguate per la sua guarigione. Ad esprimere fiducia incondizionata verso la dottoressa Biferi e la sua equipe parigina è stata un'associazione americana, chiamata "Prize 4 life", costituita da studenti (tra cui uno affetto da sclerosi) della Business School di Harvard con un premio di un milione di dollari quale sollecitazione per favorire l'apposita ricerca e aprire nuovi orizzonti scientifici. Si tratta di un traguardo grandemente apprezzato non solo da chi è costretto a combattere ogni giorno con una grave malattia degenerativa. Di fronte a questi esempi virtuosi e decisivi per le sorti dell'umanità non manca l'interrogativo retorico sui giovani italiani definiti "cervelli in fuga" con addosso l'avverso destino di migrante intellettuale. Non è proprio così e Maria Grazia Biferi ne è testimonianza eloquente. Con l'orgoglio e la sincerità di chi ha ottenuto tanto dalla vita e dalla professione che ha scelto in piena libertà, la ricercatrice ha le idee molto chiare e sorridendo risponde:... "nella carriera di un ricercatore è normale spostarsi all'estero...fa parte del nostro mestiere. Effettivamente quello che posso dirvi è grazie alla formazione ricevuta in Italia ( ha studiato a Roma prima alla Cattolica poi alla Sapienza e ha lavorato all'Istituto Superiore della Sanità, n.d.r.) che ho potuto ampliare le ricerche e avere un posto di lavoro in Francia. All'estero ci sono più prospettive". Una bella storia quella della dottoressa Biferi e di tanti altri suoi colleghi che rappresentano una generazione di fenomeni vaganti e intraprendenti a cui dobbiamo guardare con rispetto e tanta gratitudine.
Grande donna coraggiosa ricercatrice.
RispondiEliminaSe le donne comandassero il mondo, sarebbe il Paradiso Terrestre.
Sono gli uomini maschi ( fortunatamente non tutti) che hanno il diavolo dentro e distruggono l'ambiente vitale e gli esseri umani con il loro maledetto egoismo capitalista. Ma cambierà!
Grande donna coraggiosa ricercatrice.
RispondiEliminaSe le donne comandassero il mondo, sarebbe il Paradiso Terrestre.
Sono gli uomini maschi ( fortunatamente non tutti) che hanno il diavolo dentro e distruggono l'ambiente vitale e gli esseri umani con il loro maledetto egoismo capitalista. Ma cambierà!