Fra scienza e storia il bel racconto del bosco di Fonte Novello

Una delle meraviglie delle nostre montagne appenniniche è la copertura forestale ricca di habitat di innumerevoli specie (erbacee, fungine, ornitiche ecc) che trovano rifugio e vita nei boschi. Boschi Vetusti del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga è infatti il titolo di una bella pubblicazione edita dalla Compagnia delle Foreste S.r.l per la collana"Conoscere", diretta da Paolo Mori. Si tratta di un lavoro pregevole, frutto di una combinazione felice fra il Parco Gran Sasso-Laga e il Dipartimento per l'Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali dell'Università della Tuscia. Sotto la guida di Pier Maria Corona,  professore ordinario presso l'Università della Tuscia e autore di otre 430 pubblicazioni su temi connessi al monitoraggio ambientale e forestale, il lavoro di ricerca si è indirizzato su una superficie  relativamente indisturbata dall'azione umana prendendo in esame i tre boschi vetusti nel versante teramano del Parco (faggeta di Fonte Novello, faggeta di Aschero, frassineto di Valle Vaccaro). Sotto la lente di ingrandimento sono stati analizzati gli aspetti strutturali, compositivi, floristici, entomologici, lichenologici attraverso un'accurata ricerca bibliografica e ripetuti incontri con tecnici ed esperti nazionali e locali. E' evidente che non è il primo studio della materia ne sarà l'ultimo. Quello che invece mi preme evidenziare sono la passione e la determinazione con cui è stata condotta l'esplorazione scientifica tanto da motivare la richiesta di candidatura all'Unesco dei siti in esame, quale migliore riconoscimento di tutela e conservazione di un impareggiabile bene comune. Ad oggi non si hanno notizie in merito dal momento che era stato costituito un' apposito gruppo di studio presso il Ministero dell'Ambiente e del Territorio e del Mare per esaminare la validità di questa e altre proposte di vetustà di boschi insistenti in altri parchi nazionali. Sarebbe interessante se ora il Presidente del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, Tommaso Navarra, riprendesse il filo del discorso per raggiungere l'ambito riconoscimento universale, in omaggio alle popolazioni montane che hanno contribuito, nel bene e nel male, a preservare una sorta di bosco incantato. E' appunto il caso del bosco vetusto di Fonte Novello, un gioiello di Biodiversità ma anche un vero e proprio museo a cielo aperto. Ricordo con piacere quegli anni di esperienza alla direzione del Parco per aver appreso il fantastico linguaggio delle piante nei vari sopralluoghi in compagnia di maestri come il Professor Raffaello Giannini , Vice presidente dell'Accademia Italiana di Scienze forestali e del dottor Gualberto Mancini, comandante del disciolto Corpo Forestale, oggi colonnello dei carabinieri forestali. Senza nulla togliere all'impegno dei dipendenti dell'Ente Parco, Daniele Di Santo e Silvia De Paulis insieme ai rappresentanti  dell'Amministrazione Separata per i Beni di Uso Civico  dell'Antica Università di Intermesoli. Sono questi ultimi gli "effettivi proprietari" di quell'area SIC del Gran Sasso d'Italia fra le municipalità di Pietracamela e Fano Adriano. Per finire di incuriosire il lettore rimando alle vicende storiche citate nel volume con dovizia di particolari, secondo cui le continue contestazioni fra i comuni sopra citati  sulla proprietà del bosco hanno dato luogo alla sospensione di ogni tipo di taglio per diversi secoli, rendendo la faggeta un biotopo di eccezionale rilevanza ambientale.

































































mori.

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