Dall'Abruzzo con stupore: una grande volontà per ricostruire

L'emergenza non è finita e già si pensa alla ricostruzione a Teramo e nella sua montagna in cui si calcolano danni subiti dal comparto agricolo per l'ottanta per cento del patrimonio regionale. E' questo il quadro a fosche tinte che si delinea dopo il terribile disastro climatico e sismico che si è abbattuto su territori di ineguagliabile bellezza paesaggistica e sui terreni coltivati da secoli con passione e alta competenza dagli agricoltori e dagli allevatori. A fare il punto della delicata situazione sociale ed economica scende in campo il colonnello dei carabinieri forestali,  Gualberto Mancini, il quale  nei giorni della tempesta ha validamente coordinato i soccorsi al suddetto settore che, detto senza giri di parole, ha rischiato e rischia di collassare se non si interviene prontamente. Duecentocinquanta stalle crollate con conseguente ecatombe di animali morti e feriti, secondo i dati forniti nel corso dell'apposito incontro con gli organi 'informazione. L'elenco è impietoso: 1157 tra ovini e caprini, 151 bovini, 150 conigli e 45 equini. Non ancora accertato il numero dei suini deceduti ma ci calcolano altre 12 mila bestie a rischio se si fa riferimento alle circa 456 segnalazioni giunte dai 32 comuni teramani, raccolte e messe in rete grazie all'help desk dell'Istituto Zooprofilattico d'Abruzzo e  Molise, con particolare riferimento alle richieste di cibo per animali. Senza scampo anche le api che hanno subito un vero flagello a causa dell'inclemenza del freddo. Una campanello d'allarme da non sottovalutare dal momento che esse costituiscono uno dei più importanti sensori dello stato di salute dell'ambiente in cui viviamo. Un'esperienza amara, senza dubbio, ma in qualche modo attenuata dalla gara di solidarietà espressa da più parti del Paese e anche dalla lontana Inghilterra con rifornimenti cospicui di quintali di foraggio e una stalla mobile per il ricovero degli animali, donati a proprie spese da un allevatore del nord Italia. Una risposta civile e pratica, di infinito significato umano, nel processo di ricostruzione di cui sarà capace il popolo "aprutino", sempre animato da grande operosità e ingegno. Nessuno escluso. Come del resto dimostra il ruolo svolto dagli ex agenti del disciolto Corpo forestale, ora in forza nell'arma dei carabinieri, i quali in virtù della loro collaudata  presenza sul territorio unita alla conoscenza scientifica del complesso mondo rurale e silvano non hanno, in alcun modo, lasciato il passo all'improvvisazione o al timore di sbagliare. Bene ha fatto dunque l'assessore regionale all'agricoltura, Dino Pepe, nel constatare che dopo questa esperienza si può parlare con soddisfazione della nascita di una "Protezione civile agricolo zootecnica" di pronto e sicuro intervento. Ma non è solo il mondo agricolo in difficoltà in questo momento. Lo rilevo da un comunicato stampa appena diffuso dalle segreterie provinciali CGIL; CISL E UIL rivolto al "legislatore" che in sintesi pone un giusto interrogativo. Quale tutela per i dipendenti di piccole attività artigianali, dei servizi e/o commerciali che non possono accedere a nessun ammortizzatore sociale? e ancora..." è intollerabile che non siano ancora previste misure di sostegno salariale alle lavoratrici e ai lavoratori che hanno subito la sospensione dal lavoro per diversi giorni o, in molti casi, non sanno ancora quando ci sarà la ripresa delle loro attività".Quello che scriviamo lo indirizziamo naturalmente agli organi di governo locale regionale e nazionale affinché inseriscano nel decreto terremoto, in discussione in questi giorni, le dotazioni finanziarie necessarie per affrontare seriamente il rilancio di aree dal glorioso passato ma, soprattutto, per affermare, con dati di fatto e non con parole  vacue, il sacrosanto diritto di vivere con serenità e piacere nella propria terra d'origine.








A sinistra l'assessore regionale all'agricoltura Dino Pepe
Il colonnello dei carabinieri forestali Gualberto Mancini

Commenti

  1. Finalmente un articolo serio che, con rigore, racconta il dramma che è accaduto in Provincia di Teramo in conseguenza dell'emergenza "neve e sisma gennaio 2017" e focalizza l'attenzione su di un settore troppo spesso trascurato e relegato a margine dell'interesse della nostra comunità.
    Il settore zootecnico costituisce, per la nostra Provincia, una componente importante di quello agricolo e potrebbe rappresentare un significativo volano economico di ripresa per le aree interne e più svantaggiate.
    Per questa ragione mi complimento per aver saputo cogliere un aspetto tanto importante, quanto trascurato, per tutto il comparto agro-silvo pastorale aprutino.

    RispondiElimina
  2. Bisogna fare ancora molto per risalire la china e noi continueremo a documentare. Grazie

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Finalmente si parte con la ristrutturazione della Stazione Ferroviaria di Teramo. L'Impresa D'Adiutorio di Montorio al Vomano si aggiudica l'appalto da 23 milioni di euro

Il McDonald's arriva a Teramo culla delle virtù gastronomiche. Entro il 2023 la struttura sarà realizzata sopra il parcheggio San Francesco

CHORUS NOVUS diretto da Paolo Speca nell'Aula Magna dell'Ateneo interpreta magistralmente "La Buona Novella" di Fabrizio De Andrè