IL VERDE IL SOGNO L'ABRUZZO

Ora che la neve si sta sciogliendo sul Gran Sasso e sui Monti della Laga noi nativi andiamo alla ricerca dei segni lasciati dalla grande calamità naturale al meraviglioso paesaggio che circonda l'Abruzzo. Il passaggio di slavine, frane e valanghe di metà gennaio 2017 sono state stimolate da un terremoto continuo che lascia segni ancor più pesanti nell'animo umano.Tuttavia tali eventi non mettono in discussione la speranza di riprendere il cammino con vigore a fronte di una morte sociale, spesso accentuata da campagne mediatiche  che non aiutano a comprendere che quello ambientale è un bene comune inestimabile, al pari dei monumenti, dell'arte e della storia orgogliosa degli abruzzesi. Non è un caso, infatti, che ogni giorno a fianco di notizie grevi si aggiungono idee e progetti di lungimiranza turistica e culturale che invitano ad aprirsi a chi transita in montagna in questi giorni. Un messaggio positivo, mi sembra, che indica la voglia di accogliere degnamente il visitatore come se si volesse onorare l'eredità lasciata da altre generazioni di un territorio bello e incontaminato che oggi, più che mai, richiede una nuova leva di operatori spinti da genuina passione e forte spirito d'intrapresa. Ma c'è una cosa che non va giù e chiama in causa le tante indifferenze mostrate nei confronti dello sviluppo sostenibile che hanno determinato l'esodo dalla montagna e uno smisurato consumo di suolo negli agglomerati urbani privi di identità urbanistica. No so se la paura del terremoto possa causare un radicale ripensamento sulla prevenzione e sulla programmazione degli interventi realmente a "misura d'uomo". Quello che di certo possiamo verificare in questo momento è l'entità dei danni accumulati a causa di scelte politiche affatto incisive sin dalla tragedia aquilana del 2009. Cosa rimane oggi del sogno degli abruzzesi convinti di vivere nella regione PIU' verde d'Europa? -Pubblicato sul quotidiano LaCittà del19 febbraio 2017-

















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