Teramo Stazione: esempio di rigenerazione urbana senza precedenti a beneficio di quartieri operosi e dinamici. Niente più barriere fra Gammarana e Viale Crispi
di Marcello Maranella
Uscendo dal Globo, l'altra mattina, sono stato attratto dal nuovo complesso ferroviario che prende corpo a fianco del vecchio edificio della Stazione di Teramo. Un'immagine molto eloquente dei tempi che cambiano e delle prospettive sociali ed economiche che si aprono in alcuni quartieri tra i più popolosi della città capoluogo. Più che gli spazi sono le storie che raccontano a renderli attrattivi nel loro divenire.
Luoghi caratterizzati da processi di industrializzazione importanti per lo sviluppo teramano nei decenni del boom economico del dopoguerra. In una inchiesta precedente sulla Gammarana rimasi sorpreso dai tanti ricordi ancora vivi nella memoria espressi da chi aveva vissuto quelle stagioni di benessere ma anche di conflitti sindacali significativi. Gammarana era anche sinonimo di produzione e lavoro in opifici importanti come Villeroy & Boch per la realizzazione di materiali ceramici e sanitari e Adone per la costruzione dei binari per i treni. Confinante con i campi da tennis sorgeva il confettificio Arcangeli la cui struttura fu trasformata in seguito in centro informatico della Tercas mentre, poco più giù, si incrementava la fabbrica del settore dolciario L'Aquila d'Oro poi Campo del re. Oltre all'industria per l'imbottigliamento Gavini in quella che oggi è il Parco della Scienza, per la gran parte occupata dagli uffici comunali. Senza dimenticare la Fabbrica Italiana Automobili "GIAUR" delle Officine Meccaniche Taraschi.
"Sono sostanzialmente due le ragioni che ci hanno indotto ad avanzare al
sindaco di Teramo la proposta di intitolare un luogo importante della
città ad un grande campione dell'automobilismo nonchè Presidente del
nostro Club", dice l'ex Presidente del Panathlon di Teramo Antonio
Cancellieri e subito aggiunge: "In primo luogo la presenza di fronte
allo scalo ferroviario del capoluogo della gloriosa Officina Meccanica
Taraschi, quale casa automobilistica fondatrice dei marchi Urania, Giaur
e Taraschi, attiva dal 1947 al 1961e avviata dallo stesso Berardo
Taraschi. Ma, soprattutto, la proposta dei soci del Panathlon muove
dalla consapevolezza e dall'orgoglio di rendere omaggio alla memoria di
un costruttore-pilota che ha dato lustro alla Città di Teramo in Italia e
nel mondo".
Tornando all'oggi.
Da tempo quella spinta propulsiva ha esaurito la funzione produttiva cedendo il passo ad un nuovo modello di sviluppo incentrato sui servizi della grande distribuzione commerciale.
Un settore strategico attorno al quale si consolida un tessuto di piccole e medie attività che si accompagnano al processo di ammodernamento dell'ingente patrimonio edilizio esistente. Due esempi per intendersi: le realizzazioni di edifici abitativi in via di completamento di fronte all'Oasi e nell'area dei capannoni ex Aquila d'oro, un tempo sede della redazione dell'emittente televisiva TELEPONTE.
Il progetto di recupero e rilancio dell'antica stazione di viale Crispi, sostenuto in gran parte dalla Rete Ferroviaria Italiana e dal Comune di Teramo, per quanto di loro competenza, contribuisce significativamente nell'opera di ricongiungimento di Viale Crispi con la Gammarana. Che cambia radicalmente il concetto di mobilità sostenibile con nuove dotazioni intermodali.
Costruiamo il futuro avvertono i pannelli illustrativi che avvolgono il perimetro del cantiere dell'impresa D'Adiutorio di Montorio al Vomano, aggiudicataria del bando per l'importo di 23 milioni di euro destinati, tra l'altro, a rendere efficiente, a minor costo e a basso impatto ambientale, l'intera tratta ferroviaria Teramo- Giulianova.
La nuova pensilina che dal vecchio edificio si allunga verso la costa non è che un'anticipazione di tali intendimenti volti ad elevare la qualità di vita dei residenti e dei viaggiatori. Costruiamo il futuro è sempre l'incipit che si ripete nelle immagini rendering disposte attorno al cantiere: un paesaggio urbano degno di essere fruito nella gradevolezza di piazze, giardini, attraversamenti pedonali e ciclabili, sottopassi già ristrutturati e funzionali che consentiranno il ripristino dell'attività di trasporto dal prossimo 7 settembre mentre, come da crono programma, il progetto nel suo complesso si concluderà nel 2026.
Mi pare una scadenza possibile osservando gli operai, tanti e qualificati, impegnati a sistemare l'apertura della stazione nella parte retrostante, dopo l'abbattimento del vecchio muro di recinzione che affaccia nell'ampio parcheggio di fronte al Globo, in prossimità del collegamento con lo svincolo del Lotto Zero. Ne trae vantaggio anche l'accesso con l'importante anello pedonale denominato Percorso di vita, molto frequentato dagli amanti di jogging, che si snoda in tutta l'area: dagli impianti sportivi dell'Acquaviva, ai Campi da tennis, al Campo scuola. E' tutta un'altra immagine che chiarisce il senso dell' arretramento della stazione ferroviaria di Teramo, con buona pace, si fa per dire, dei soliti criticoni dell'inutile ramo secco o dei fautori incalliti dell'allungamento del trasporto ferroviario fino a Montorio al Vomano.
La verità vera è che dopo il ponte San Ferdinando si sta ridisegnando la mappa della Città in cui protagonisti sono i cittadini e operatori di nuova generazione che producono economie reali con prestazioni di servizi al passo con i tempi che mutano.
foto Ma.Ma
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