In ricordo di Claudio Carella

 Marcello Maranella

Conservo quasi tutti i numeri di VARIO. Sono in fila sullo scaffale insieme a gadgets, segnalibri, Stradi Vario dedicati agli aforismi di Ennio Flaiano o alle poesie di Attilio Bertolucci e tutto quanto di originale partoriva la mente di Claudio. Tracce di una lunga collaborazione giornalistica permeata di effetti speciali e di forte empatia accanto al  fotoreporter dallo sguardo lungo con gli occhi eternamente sorridenti.  L'avventura editoriale di Claudio Carella che dell'Abruzzo ha  interpretato l'essenza nel suo divenire rimarrà  unica e indimenticabile non solo per chi lo ha seguito con affetto e stima incondizionata. Quando uscì il primo numero in carta patinata rimasi colpito dal sottotitolo: Abruzzo in rivista. Sembrava più un invito a mettersi in passerella. Non gli ho mai chiesto cosa realmente volesse comunicare. Poi tutto è andato per il verso giusto, come lui desiderava. Nel senso che gli abruzzesi tenaci e cortesi come il pescarese Claudio Carella sono stati i garanti veri del successo di VARIO.


Un sentimento palpabile fra la gente ogni volta che si girava insieme in cerca di storie e memorie nascoste fra il Gran Sasso e l' Adriatico. Claudio era instancabile con il suo sovraccarico di macchine fotografiche, cavalletti, pannelli riflettenti dorati e argentati per modulare la luminosità prima di ogni scatto. E così, di questo passo sono stati festeggiati i primi dieci anni, poi altri dieci un pò più impegnativi. E' molto dolososo oggi piangerne la scomparsa! Per quanto mi riguarda Vario è stato l'approdo fantastico della raffinatezza e della creatività. In quella variopinta redazione di via Milano a Pescara, Claudio ci ha trasmesso lo stile e il piacere di raccontare l'Abruzzo nelle sue migliori espressioni.

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