"Nessi e connessi" è il libro edito dal Saggiatore di Annalisa Corrado scritto assieme a Rossella Muroni. Lo ha presentato Michele Fina nella sua rubrica domenicale
Michele Fina
l’ha definito “un modo di raccontare in positivo quelle che possono
essere la transizione e la trasformazione ecologiche. La pandemia ci ha
fatto capire che tutto è interconnesso, il libro prende molto da questa
consapevolezza. I capitoli sono tanti e hanno il pregio di cogliere
ognuno le connessioni tra la nostra vita e i temi che di solito ci
vengono raccontati in modo numerologico e catastrofista. Oggi il cambio
d’epoca è evidente, le nuove generazioni entrano da subito nell’era
delle connessioni a cominciare da quella tra lavoro e ambiente, in
precedenza considerati in modo slegato. Eppure le ragazze e i ragazzi
spesso non sono ascoltati, o addirittura criminalizzati. Contro il
potere ci sono infatti due tipi di proteste: quello antiscientifico e al
contrario uno molto scientifico di chi mette in questione la sua
irrazionalità”.
L’autrice ha poi aggiunto: “La scelta di affidare ad Ilaria Capua la prefazione è nata dal suo ‘Salute circolare’, una lettura edificante, tutta incentrata sull’obiettivo principe di rendere salubri i nostri ambienti. Arrivare all’ultimo miglio dell’ospedale significa non avere strutturato bene il resto. Il suo contributo ha permesso di allargare la visione del nostro lavoro”.
L’autrice ha poi aggiunto: “La scelta di affidare ad Ilaria Capua la prefazione è nata dal suo ‘Salute circolare’, una lettura edificante, tutta incentrata sull’obiettivo principe di rendere salubri i nostri ambienti. Arrivare all’ultimo miglio dell’ospedale significa non avere strutturato bene il resto. Il suo contributo ha permesso di allargare la visione del nostro lavoro”.
Nel corso del dialogo sono emersi alcuni riferimenti all’attualità. Riguardo ai movimenti di protesta sul clima come Ultima Generazione per Corrado “non si può negare che abbiamo ragione dal punto di vista del merito, finché non riusciamo a fare quello che chiedono siamo poco credibili quanto contestiamo il metodo. Criminalizzarli è sbagliato, bisognerebbe ascoltarli, non zittirli. Non siamo abituati al fatto che qualcuno si occupi degli interessi della collettività. Poi c’è la questione comunicativa: è complicatissimo visto come è strutturato il nostro sistema mediatico spiegare questioni che non siano intuitive, ma il metodo scientifico si basa sull’approccio opposto, è rigoroso. A questo si affianca il nodo degli interessi che non cedono e che ovviamente non vogliono essere scalfiti. Siamo in un momento molto critico, le fiamme che vediamo sono alte, ma questo non ci deve scoraggiare dal dare il nostro contributo. Importante il tema della partecipazione delle donne, la presenza femminile nel campo della transizione ecologica è notevole. Come dice Ilaria Capua deriva dalla necessità in questo ambito di avere uno sguardo trasversale, la capacità di tenere conto dei bisogni di tutte e tutti: è un’attitudine sviluppata dalle donne”.
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