A lezione di biodiversità marina e altre storie con le Guide del Borsacchio

  di Marcello Maranella

La Riserva del Borsacchio è un lembo di costa teramana di oltre due chilometri a confine fra Cologna spiaggia e Roseto degli Abruzzi. Ci arrivo spesso in sella alla mia "Adriatica" attraversando fitti canneti e camping affilati dalla foce del Tordino all'ingresso nella  riserva. Una piccola oasi marina, agricola e collinare, incontaminata e odorosa di intensi profumi salmastri. Dove gli unici rumori sono quelli della risacca e della mietitura del grano, a due passi dal mare. L'ideale per ritemprarsi in libertà e prendere dimestichezza con la biodivedrsità.


Lo sanno bene i fedeli frequentatori dell'area protetta che in ordine sparso piantano ombrelloni, tende, canne da pesca molto rispettosi degli spazi riservati alla tutela degli habitat naturali di specie rare a rischio di estinzione come il "Fratino", non a caso assurto a simbolo identificativo della Riserva. Che è in sostanza il lavoro prezioso di informazione e sensibilizzazione ambientale delle guide del Borsacchio anche se non è facile incrociarli tra le dune se si è sprovvisti di regolare prenotazione per una visita guidata. Quasi per caso dunque, l'altro giorno, li ho visti all'opera  mentre passeggiavo al tramonto sulla battigia sotto il caldo sole settembrino.


Erano infatti nei pressi dell'area recintata per la protezione e riproduzione del fratino ad incantare un folto gruppo di escursionisti composto da  giovani genitori circondati dai loro festosi bambini. Era una bella immagine. Mi è venuto spontaneo l'impeto di seguirli tramutandomi in turista per caso, diciamo pure curioso di ascoltare Marco Borgatti: figura nota per le mobilitazioni di salvaguardia dell'area protetta, leader indiscusso nel mondo degli ambientalisti ma non mi era mai capitato di incontrarlo in veste di educatore ambientale. Anche lui mi guarda sorpreso per l' intrusione, ma continua disinvolto la sua narrazione sulle specie di biodiversità  marina estraendo dalla cassetta bianca retta da una sua collaboratrice, telline, conchiglie, vongole classificandole nelle loro funzioni con termini scientifici di molluschi bivalvi o lamellibranchi o gasteropidi come fosse un navigato divulgatore. I bambini lo seguono con attenzione soprattutto quando si china verso di loro e disegna sulla sabbia i movimenti erosivi del mare che nel corso dei secoli è avanzato portando via con sè altre risorse naturali..."lì in mezzo al mare dove c'è quel pennello di massi una volta c'erano vigneti e uliveti" dice scherzosamente al piccolo uditorio puntando il dito verso la scogliera frangiflutti che incombe dietro di noi.

E poi, rivolto agli adulti, Borgatti racconta della perimetrazione della riserva ferma da tempo, che va rapidamente aggiornata da parte delle istituzioni preposte per ampliarla e impreziosirla nelle sue peculiarità ecosistemiche. E' l'unico modo per scoraggiare qualsiasi intervento di antropizzazione incontrollata. Non ne fa cenno ma certamente si riferisce al Piano di Assetto Naturalistico, inteso come l'unico "progetto del territorio" finalizzato all'identificazione e alla programmazione dell'area protetta. L'escursione volge al termine... "abbiamo ancora un'altra tappa ma se qualcuno ha intenzione di farsi un bagno..." invita concludendo con leggera ironia  Marco Borgatti. Non c'è che dire: anche dal vivo  ha confermato passione, rigore e competenza. C'è chi dice che sarà il futuro direttore della Riserva del Borsacchio. Ma questa è altra storia. Vedremo come andrà a finire. Nel frattempo buon lavoro a tutti i volontari e le guide di un altro pezzo unico di capitale naturale dell'Abruzzo teramano!

foto del servizio di Marcello Maranella


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