Teramo liberata. Torna a brillare la cavea del Teatro Romano


di Marcello Maranella

Non mi viene in mente titolo più adeguato per esprimere l'atmosfera festosa che aleggiava questa mattina fra i ruderi del teatro romano che torna ad aprirsi alla comunità aprutina dopo oltre trent'anni di  ingabbiamenti burocratici e soffocanti  interessi. Tanto si è scritto e raccontato sulla stampa di quegli anni che appare oggi superfluo tornare sulle ragioni, soprattutto politiche, che portarono all'innalzamento di due palazzi sopra la cavea del teatro. Palazzo Adamoli e Palazzo Salvoni: due fatiscenze ingiustificabili e deprimenti per l'immagine culturale e turistica della città capoluogo che saranno definitivamente abbattute grazie ad una ragionevole condivisione procedurale ed amministrativa fra Regione Abruzzo, Soprintendenza e Amministrazione  Comunale  di Teramo a cui va riconosciuto il piglio determinato unito alla rapidità risolutiva dell'annoso problema. Ce lo ha illustrato con comprensibile enfasi il Sindaco Gianguido D'Alberto annunciando l'accordo quasi concluso per indennizzare la parte privata dopo aver ripercorso le tappe del progetto Bellomo, più volte sottoposto alla valutazione dei comitati di quartiere e della cittadinanza, non nascondendo che per la comunità teramana siamo di fronte ad una svolta storica. Ce lo ha confermato il responsabile del Servizio Beni e Attività Culturali  della Regione Abruzzo, Giancarlo Zappacosta, sulla certezza delle risorse oggi disponibili per affrontare i costi di ristrutturazione del sito, evocando al tempo stesso una rinascenza delle relazioni post covid così come avvenne con il Rinascimento dopo le devastazioni della peste. 

Bisogna rivitalizzare il culto dell'identità, ha incalzato il rappresentante dell'ente regione, partendo dal concetto che il Teatro Romano è patrimonio dell'Abruzzo. Piena l'adesione anche da parte della Fondazione Tercas il cui sostegno all'operazione recupero funzionale del TR non è mai mancato dando merito all'operato dell 'ex presidente, Enrica Salvatore, presente alla conferenza stampa, come pure da parte del rappresentante della Soprintendenza  ai Beni archeologici. A giudizio unanime dei presenti, come ha ben evidenziato il sindaco D'Alberto, grande merito per il risultato raggiunto va assegnato all'azione paziente e costante dell'Associazione culturale Teramo Nostra, sempre in prima linea nel superamento degli ostacoli fra sconfitte e incomprensioni che tuttavia non ne hanno mai fiaccato l'impegno. Piero Chiarini e Sandro Melarangelo erano soddisfatti e sorridenti. Nei loro racconti mai un accento polemico ne rivendicazioni personali e men che meno scivolamenti retorici nel ringraziare quanti spontaneamente sono stati al loro fianco.  E' stata proprio una bella giornata con gli sguardi rivolti al futuro!







photo ma.ma.




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