Il Sindaco di Teramo: “Che sia la Pasqua, anche della risurrezione civica”
Gianguido D'Alberto ha appena espresso con una lettera aperta indirizzata alla comunità teramana gli auguri di Buona Pasqua densa di significati importanti che meritano attenta riflessione in un momento particolarmente difficile da superare..
Carissimi concittadini,che strana Pasqua! Non vivremo, quest'anno, i momenti che la tradizione ci tramanda da secoli e che costituivano il cuore della celebrazione: i sepolcri del giovedì sera, la processione dell'addolorata, quella del Cristo morto, l’aperitivo festoso con gli amici, la messa solenne della domenica, il lunedì con la consueta gita ‘fuori porta’, né potremo condividere il giorno della festa seduti a tavola con tutti i nostri cari.
E sì, questo maledetto virus ha davvero sconvolto ogni cosa e cambiato ogni nostra abitudine. Ma abbiamo la certezza, sappiamo, che tutto questo finirà e che torneremo alle nostre abitudini, alle nostre tradizioni, ai nostri riti, laici o religiosi che siano, alle nostre consuetudini.
Stiamo dimostrando una grande maturità, stiamo
tutti adoperandoci per gettare alle spalle questo incubo e tornare alla
nostra vita di sempre. Ed io leggo tutto ciò come una straordinaria
prova della serietà dei teramani, della capacità di sacrificio, della
vostra sensibilità personale e quindi sociale.
Continuiamo così, e scambiamoci gli auguri
di Pasqua dicendoci l’un l’altro che mai come quest’anno, il simbolo
della rinascita e la manifestazione della vittoria sul male e sul
dolore, assume per tutti noi la concretezza dell’esperienza.
Che questa sia la Pasqua, anche e soprattutto, della risurrezione civica.
Perché sarà la Pasqua in cui saremo costretti a restare isolati e
distanti ma nel corso della quale sapremo avvertire la limitatezza della
dimensione dell’Io e l’immensità del valore del Noi. Di quel Noi di cui
ha bisogno oggi più di ieri la nostra comunità, di quel Noi di cui il
nostro Paese sente la forte necessità per aprire uno squarcio di luce e
speranza nell’orizzonte temporale che ci apprestiamo ad affrontare.
Sarà la Pasqua in cui comprenderemo veramente cosa significhi scoprire
nell’altro quanto di più simile e vicino a noi stessi. Sono certo che
sapremo sentirci e dimostrarci uniti, sono certo che ci sentiremo legati
dall’abbraccio più forte del quale saremo capaci.
Auguri, con
tutto il cuore, a chi sta in primissima linea, come diciamo ormai ogni
giorno: ai medici, agli infermieri, a tutto il personale sanitario: non
basta dirvi Grazie ma vi assicuriamo che faremo di più per proteggere
voi e il vostro instancabile lavoro.
Auguri a tutte le forze
dell’ordine - compresi i nostri Vigili Urbani - ai volontari, agli
infaticabili operatori del COC, agli operatori di igiene urbana, ai
dipendenti comunali che permettono il disbrigo delle incombenze legate
alla situazione, alle autorità - Prefetto in primis - ma anche a chi
lavora nei supermercati, nelle farmacie o nelle attività cui è
consentita l’apertura e che mettono a rischio la loro sicurezza per
garantire a noi i beni essenziali.
Auguri, poi, agli insegnanti e
agli studenti che hanno dovuto reinventarsi il loro ruolo, mutuandolo
nelle modalità che offre l’informatica.
Auguri a coloro che hanno perso parenti, amici, conoscenti a causa di questo maledetto virus.
Auguri a tutti coloro che da settimane ormai, non possono abbracciare chi amano.
Il termine “Pasqua” viene dall’ebraico e significa “passare oltre",
"tralasciare"; niente di più attuale, niente di più d’auspicio, niente
di più desiderato. Questo è il mio augurio per ciascun mio concittadino;
il mio augurio, sperando che presto le strade, le piazze, i caffè, i
ristoranti tornino a risuonare della nostra allegria, del nostro piacere
di stare insieme.
Per questo, non dobbiamo aver paura! Non siamo e non siete soli! Insieme ce la faremo!
Buona Pasqua!
Gianguido D’Alberto
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