Rimpasti e fughe dalla realtà

A forza di rimpastare gli amministratori comunali di Teramo perdono il contatto con la realtà.  A ben riflettere le continue ricomposizioni di giunta a cui ha fatto sistematicamente ricorso il primo cittadino di Teramo testimonia l'assoluta mancanza di guida politica che si protrae dall'inizio del suo secondo mandato. Far mancare il numero legale nell'ultima seduta del consiglio comunale da parte della maggioranza con all'ordine del giorno argomenti di estrema importanza pena la perdita di consistenti opportunità economiche e finanziarie non trova più alcuna giustificazione. Si prenda atto che in ballo c'è la sopravvivenza di una città capoluogo di provincia le cui sorti dipendono da una governance politica e amministrativa di grande respiro strategico. Si discute di tutto ma non si semplifica niente in questa comunità svilita dal sisma e pervasa dall'odore dei soldi promessi per la ricostruzione post sisma. Manca sempre il quadro d'insieme per ridefinire i termini di uno sviluppo moderno e propulsivo. Per quanto bella e suggestiva l'immagine urbanistica  medievale disegnata da Jacobello del Fiore nel polittico custodito all'interno della Cattedrale è ora di ingegnarsi con nuove idee aderenti ai tempi moderni. Per intenderci: nell'attuale situazione di scollamento spicca la notizia secondo cui l'ex ospedale psichiatrico sarà ristrutturato e trasformato in Cittadella della cultura, quale sede di studio e di rappresentanza dell'Università di Teramo, grazie ai trentacinque milioni di euro previsti ed accordati dal Masterplan. Se la cosa non andrà per le lunghe, visti i vani tentativi passati, non è difficile immaginare che ci troviamo di fronte ad un interessante laboratorio innovativo sotto il profilo estetico ed architettonico su cui bisognerà meditare per operare con grande cautela. Perciò mi risulta impensabile si possano impiantare cantieri dentro le mura della città e fare i conti con la sua storia affidandosi al libero arbitrio di tecnici e di amministratori locali assillati dal loro destino elettorale. Beninteso la cosa riguarda anche la sorte del complesso urbanistico  di via Crucioli da destinare a Casa dello studente con buona pace di chi lamenta, non senza strumentalità, distanze siderali fra Piazza Martiri e Colleparco. E poi c'è la localizzazione del nuovo Ospedale Unico con una poderosa schiera di portatori di interesse da Sant' Atto a Mosciano S. Angelo.  Per non parlare del  Teatro Romano con un progetto di recupero diventato come l'araba fenice che si nasconde e crea sospetti sulla sua improcrastinabile sistemazione. La misura è colma, evidentemente, se Teramo Nostra ricorre all'accesso agli atti. Non c'è da stare allegri! 




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