Sandro Melarangelo: dipinti di una vita fra arte e politica

L'ultima mostra personale di pittura e grafica di Sandro Melarangelo risale all'ottobre scorso in cui l'artista preannunciò l'Antologica 1957-2017 inaugurata proprio sabato 22 aprile presso la Pinacoteca Civica di Teramo. Pomeriggio caldo e tanta gente in strada in attesa di sfilare, dopo la presentazione, fra gli acquerelli e i dipinti di una vita dominati da simboli esistenziali esasperanti. Per Sandro Melarangelo è l'antefatto sociale che determina il fatto pittorico. In una vecchia  intervista mi spiegava che.."gli specchietti retrovisori, gli schedati, l'uomo e la macchina, l'uomo-oggetto, l'uomo-sigla, la prostituta, il gendarme non sono altro che momenti di preoccupata riflessione per una società continuamente minacciata dall'alienazione, dalla violenza, dall'emarginazione e dall'arbitrio". Per questa importante occasione d'incontro con l'artista teramano, l'amico e regista teatrale Luciano Paesani traccia sapientemente


il filo rosso, abbastanza riconoscibile, che lega tutta la produzione di Sandro Melarangelo, .."non posso in chiusura, egli sottolinea, non parlare della poesia che attraversa come un fiume carsico la sua produzione e che può essere colta qua e là, a volte, anche nelle sue rappresentazioni più cruente. In un quadro, in particolare, essa è presente e si mostra come un momento epifanico: Il sogno del barbone del 2008. In questo quadro il barbone sogna la primavera del Botticelli". Nelle ampie sale della Pinacoteca civica si rivivono attimi di intensa emozione artistica fra miti e leggende del novecento che hanno caratterizzato l'impegno politico dell'artista, ora impressionato dalla morte accidentale dell'anarchico Pinelli, più tardi sconvolto dall'assassinio di Pier Paolo Pasolini. Si rimane inoltre affascinati dall'attenzione pittorica dedicata a Tina Modotti, attrice, fotografa e attivista rivoluzionaria. Belli anche i ritratti della Madre, della Signora che cuce e di Giammario Sgattoni che restituiscono a Sandro Melarangelo una dimensione più intima e più aderente alle vicende di vita vissuta come direttore artistico di Teramo Nostra e come ideatore e fondatore del Premio Internazionale della fotografia del Cinema intitolata al maestro "Gianni DI Venanzo". Insomma abbiamo visto un'antologia di notevole qualità anche dal punto di vista dell'allestimento che vale la pena di ammirare in un luogo, adiacente la Villa Comunale, che predispone alla giusta meditazione.

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