La politica teramana del nonsenso

Agli inizi del duemila a Teramo la scena politica ed amministrativa si animava di polemiche e discussioni molto partecipate anche dai cittadini. Era l'epoca dell'approvazione del Piano Regolatore Generale e di altre importanti scelte strategiche esiziali per il futuro della città capoluogo. Allora dirigevo La Gazzetta di Teramo attraverso cui si tentava non solo di stare dietro le notizie ma, soprattutto, di alimentare un dibattito serrato e obiettivo fra governanti e governati. In quella chiave di lettura dei fatti e delle vicende che raccontavano la vita della città uscì la mia intervista al sindaco Angelo Sperandio. Eravamo nel gennaio 2003, nel pieno del suo secondo mandato amministrativo, senza dubbio complesso e faticoso, ma non condizionato da maggioranze fragili e pretestuose. Infatti egli così si esprimeva ...."Per Teramo avrei piacere che si facessero le cose più belle e più utili". Aspirazioni legittime supportate da una squadra di governo composita ma politicamente coesa nel condividere l'obiettivo..." di lasciare un'impronta duratura non tanto come sindaco quanto come risultato del lavoro di due consigliature". Riparto da quelle riflessioni per comprendere meglio le conseguenze di stallo della politica dei continui e inconsistenti rimpasti in cui è incagliata oggi l'amministrazione comunale di Teramo. Se così non fosse l'attuale primo cittadino non avrebbe mai pronunciato la parola dimmissioni nel corso di un'intervista rilasciata ad un emittente locale in cui si è detto preoccupato e amareggiato per la mancanza di senso di responsabilità da parte di settori della maggioranza e di parte dell'opinione pubblica che non comprenderebbero la gravità del momento che stiamo attraversando. La politica, si sà, è sangue e fango ma è anche storicamente acclarata come arte del possibile quando gli obiettivi da raggiungere sono pressochè nobili. Non a caso il sindaco di Teramo ha accostato alla sua condizione di isolamento l'esecutività del progetto di recupero del Teatro Romano con azioni rapide, quasi incredibili, dati i tempi biblici finora trascorsi. Si fa veramente molta fatica a trovare il senso di questo ennesimo proponimento prima di affrontare la conta degli assessori all'ormai prossimo consiglio comunale. Sarà interessante misurare il livello del confronto fra maggioranza e opposizione. Ammesso che il Partito Democratico abbia la forza e la voglia di riprendersi dal letargo.




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