In viaggio da Teramo sul treno del sole
Al mattino presto, sotto la bella pensilina liberty, lavoratori e studenti per Teramo e da Teramo s'incrociano silenziosi .
Dalla piccola stazione del 1833 le due carrozze muovono lentamente alla volta di Pescara, carichi di passeggeri pensosi e piccole economie.
Un'ora di viaggio quasi fantastico, fuori dal mondo incolore del cemento e dagli ingorghi della statale.
Sembra il treno partorito dal sole nell'immaginario futurista di Fortunato Depero.
Le rotaie ben protette dai canneti e dagli arbusti della piana campagna teramana scoprono l'altro mondo: verde pulito, ritmato dalle sbarre automatiche dei passaggi a livello, oggi purtroppo non più azionati dalla manovella degli ultimi casellanti fra Castellalto e Mosciano S.Angelo.
E la quiete continua. Da Giulianova a Silvi i colori del mare sono ancora più vivi.
Il teno accelera e s'imbosca fra pinete lunghe e fitte catturando un intenso odore salmastro.
A Montesilvano i grandi alberghi rompono l'incantesimo e la periferia nord di Pescara prepara alla fatica quotidiana.
Segni, sogni e bisogni metropolitani si specchiano nelle gigantesche vetrate della stazione centrale nelle cui adiacenze s'ingrossa una nuova indistinta realtà urbana.
Dalla piccola stazione del 1833 le due carrozze muovono lentamente alla volta di Pescara, carichi di passeggeri pensosi e piccole economie.
Un'ora di viaggio quasi fantastico, fuori dal mondo incolore del cemento e dagli ingorghi della statale.
Sembra il treno partorito dal sole nell'immaginario futurista di Fortunato Depero.
Le rotaie ben protette dai canneti e dagli arbusti della piana campagna teramana scoprono l'altro mondo: verde pulito, ritmato dalle sbarre automatiche dei passaggi a livello, oggi purtroppo non più azionati dalla manovella degli ultimi casellanti fra Castellalto e Mosciano S.Angelo.
E la quiete continua. Da Giulianova a Silvi i colori del mare sono ancora più vivi.
Il teno accelera e s'imbosca fra pinete lunghe e fitte catturando un intenso odore salmastro.
A Montesilvano i grandi alberghi rompono l'incantesimo e la periferia nord di Pescara prepara alla fatica quotidiana.
Segni, sogni e bisogni metropolitani si specchiano nelle gigantesche vetrate della stazione centrale nelle cui adiacenze s'ingrossa una nuova indistinta realtà urbana.
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