La sofferenza, il lavoro, l'arte, i grandi valori dell'antifascismo esaltati dalla pittura di Sandro Melarangelo. L'interessante esposizione dei "Dannati della Terra" in via Nicola Palma

 di Marcello Maranella

A
lle cinque della sera di ieri, sabato primo aprile, ha aperto i battenti l'interessante mostra di Sandro Melaralgelo dedicato ai dannati della terra. "Alle cinque della sera", pensavo ieri sera nell'attesa dell'inaugurazione della mostra nelle sale espositive di Via Nicola Palma, alla bellissima e struggente poesia di Federico Garçia Lorca. Lo scrittore, poeta, drammaturgo spagnolo assassinato dai falangisti seguaci di Francisco Franco per essersi schierato apertamente con le forze repubblicane allo scoppio della guerra civile in Spagna. Anche ieri intorno alle cinque della sera un poeta ha declamato alcune poesie in sintonia con le opere dell'artista sugli orrori della guerra, le persecuzioni razziali, le migrazioni e le loro tragiche conseguenze cui sono seguiti i saluti bene auguranti del Segretario Provinciale della CGIL Pancrazio Cordone  e del giornalista Gianni Gaspari i quali, a vario titolo, hanno messo in evidenza la sensibilità dell'artista Sandro Melarangelo nella raffigurazione sociale politica e culturale del complesso mondo del lavoro: dalle epiche lotte del Vomano negli anni cinquanta, allo sfruttamento, alle morti continue sul lavoro. Non poteva mancare il saluto affettuoso del Presidente di Teramo Nostra Piero Chiarini in omaggio al lungo sodalizio instaurato con Sandro Melarangelo quale direttore artistico dell'associazione e pilastro del Premio Internazionale di Fotografia Cinematografica "Gianni Di Venanzo".

Davanti ad un pubblico attento e numeroso il curatore della mostra Luciano Paesani ha sottolineato che il 2022 si è chiuso con la splendida mostra di Giovanni Melarangelo (1903-1978) L'artista e i suoi percorsi e l'anno 20023 si apre con suo figlio Sandro. "Raramente il compito dell'artista ha assunto una dimensione di denuncia come nella pittura di Sandro Melarangelo" ha aggiunto il regista Paesani "superando i limiti della provocazione politica per farsi testimone del proprio tempo, un testimone scomodo per la pigrizia morale che ci circonda, sempre pronto a non demordere con i suoi j'accuse".

Corale la partecipazione dei presenti con applausi liberatori quando Luciano Paesani ha insistito sulle cause della violenza e le sue matrici politiche che con Melarangelo pongono in primo piano la sofferenza delle vittime..."questa mostra è una mostra che io ho amato sin dall'inizio perchè evoca il percorso della nascita e della morte caratterizzato dalla sofferenza che non è altro che il peso che l'uomo tenta costantemente di liberarsene. Si dice spesso che la terra è una valle di lacrime ma noi dobbiamo superare questo concetto affermando che la terra possa essere la residenza dell'uomo, il luogo dove possa affermare la sua anima, possa affermare la sua mente, possa affermare il suo concetto di bellezza. Ma se non ci fosse la capacità dell'artista di ricordarci ogni tanto che cos'è la sofferenza noi lo daremmo per scontato. Anche perchè abbiamo tanto da pensare alle cose che accadono ogni giorno intorno a noi, come ad esempio le esternazioni di ieri del Presidente del Senato che si permette di spacciare i nazisti per una banda di musicanti avvinazzati. Non ci sono parole". 

Ben vangano  dunque, i Melarangelo che hanno nel cuore e nell'anima l'arte. Toccante è apparso il saluto conclusivo di Sandro Melarangelo intriso di profonda commozione nel ricordare l'amata consorte Anna e nell'elogiare i figli Alberto e Marino, presenti tutti nella sala attigua con dipinti e schizzi creativi e coerenti con gli ideali di libertà e di democrazia sempre in cima ai loro percorsi esistenziali. Che trovano il pieno sostegno dell'Amministrazione comunale di Teramo e dell'Associazione culturale Teramo Nostra nel patrocinare orgogliosamente la mostra in oggetto.


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