GENTE DELLA LAGA Gianluca alleva mucche da latte, Claudia esalta la bontà dei funghi porcini, Anna e Ninocc' intramontabile. Al Ceppo in cantiere due musei dedicati al Fungo e alla Resistenza di Bosco Martese



di Marcello Maranella

Ed eccomi ancora una volta a ripercorrere strade e sentieri della Laga. Quelli prediletti da turisti e escursionisti amanti di questa straordinaria montagna ricoperta di fitte faggete e animata dal gorgoglio intenso di ruscelli, torrenti e cascate spettacolari. Uno scrigno di elevata biodiversità, la definisccono gli studiosi della natura, dove la presenza umana si materializza con attività economiche legate essenzialmente alla promozione turistica, alla trasformazione dei prodotti del sottobosco, alla pastorizia, all'allevamento. Contrariamente al solito questa volta viaggio in compagnia di Denis: un giovane teramano originario di Rocca Santa Maria molto legato alle sue origini montanare. Una guida formidabile per rintracciare luoghi e piccole comunità operose che custodiscono tradizioni e magiche virtù. Gente di montagna che resiste alle calamità naturali e allo spopolamento con lo sguardo sempre rivolto al futuro. Ed è a loro che dedichiamo con piacere le pagine che seguono.

Gianluca, Gabriele e Marco  Di Giammartino

A Cona Faiete di Rocca Santa Maria si allevano mucche da latte da tre generazioni. Siamo a mille metri di altitudine sopra il livello del mare dove terreni scoscesi diradano sotto i silos e le stalle dell' "Allevamento MARTIN" dei fratelli Gabriele e Marco Di Giammartino. Sono tutti e due ad attenderci sorridenti e cortesi nell'ampio piazzale mentre si avvicina Gianluca, uno dei due figli di Gabriele che gestisce la vitellaia, a differenza di Pierluigi che si occupa di allevamento. Il tepore del sole settembrino e le limpide cromie del paesaggio circostante fra il Corno Grande e Pizzo di Moscio ci regalano una linea di orizzonte roccioso di rara bellezza. "Lavoriamo e viviamo in un posto magnifico. E' un privilegio che non dimentichiamo mai" sostengono in coro i nostri interlocutori.

Dopo i saluti e qualche foto ricordo ognuno riprende le proprie mansioni lasciamdomi in compagnia di Gianluca, simpatico ventinovenne con un piercing in mezzo ai baffi e qualche tatuaggio sul braccio. Ha frequentato con diligenza la facoltà di medicina veterinaria presso  l'Università degli Studi di Teramo specializzandosi in tutela e benessere animale e ha deciso di non staccarsi dalle sue radici. Che sono forti sin dai tempi del nonno Luigi. "Persona tenace e lungimirante", racconta con orgoglio Gianluca, "padre di sette figli emigrato in Canada negli anni cinquanta il quale, dopo cinque anni di sacrifici, decide di far ritorno a casa e alle attività boschive unisce l'allevamento di bovini di razza Marchigiana". 

Ma è negli anni settanta del '900 che avviene il salto di qualità dell'azienda quando le Marchigiane cedono il posto a 10 manze frisone in gravidanza di cui cinque acquistate in zona e le altre in pianura padana. L’allevamento per la produzione di latte bovino è in continua evoluzione e qui, a Cona Faiete, l'azienda dei Di Giammartino, fidando sulla passione e nella solidità familiare dei conduttori, si adegua con attrezzature e tecnologie d'avanguardia conquistando un ruolo di eccellenza fra le migliori realtà zootecniche d'Abruzzo. Oggi in azienda lavorano nove unità, compresi cinque dipendenti, di cui quattro in stalla ed uno è fisso in campagna.


 "L'organizzazione e la standardizzazione per l'allevamento da latte sono elementi essenziali" sottolinea Gianluca "perchè si lavora con animali altamente abitudinari che richiedono un impegno certosino di prevenzione. Un bravo allevatore sa che se l'animale non sta bene non produce. Per noi è importante investire sulla genetica". Per quanto riguarda i controlli? "Il veterinario che segue la ginecologia è presente in stalla ogni settimana dal momento che seguiamo noi la fecondazione, mentre il podologo arriva qui ogni 15 giorni e nella stalla secondaria toelettiamo due volte all’anno". Tuttavia non si può nascondere che si tratta di allevamenti intensivi con centinaia di capi che richiedono apparecchiature sofisticate per produrre alta qualità del latte destinata alla trasformazione casearia. A qualche chilometro di distanza, in località Macchia Santa Cecilia, i Di Giammartino hanno acquistato una piccola azienda in costruzione per sostituire la sala mungitura con un impianto interamente robotizzato per cinquanta bovine.

Nel concedarci da Gianluca la domanda d'obbligo è: in che rapporto vi ponete con la tutela dell'ambiente? "Cerchiamo di stare al passo con i tempi per non inquinare i nostri territori. Intanto posso dire che se avessimo in gestione un terzo delle vacche con le stesse strutture saremmo i primi a gioirne. Ma il mercato impone le proprie regole oltre le quali il nostro lavoro non sarebbe remunerativo. Inoltre è bene sottolineare che da questa postazione in su preserviamo il territorio lavorando 150 ettari di terreni che altrimenti sarebbero lasciati nel totale abbandono. Utilizziamo pannelli solari con una produzione energetica superiore alle nostre esigenze. Con l'introduzione dei robot cerchiamo di evitare dannose  manipolazioni puntando esclusivamente al benessere degli animali". E per quanto riguarda i liquami? "Ecco guarda, proprio davanti a noi possiamo osservare un macchinario che sta separando la parte solida da quella liquida. Si tratta di un procedimento che consente il riutilizzo degli scarti sulle cuccette e sulle lettiere delle vacche. Stiamo inoltre pensando di dotarci di un piccolo impianto per produrre biogas. E' allo studio un macchinario in grado di depurare il liquame dall'azoto eliminando definitivamente uno dei più grandi prolemi che danno le mucche da latte all'ambiente". 
 
La signora Claudia titolare del ristorante "Rifugio dell'alpino"

Quando arriviamo nella frazione di Belvedere il sole è già alto e picchia come se fossimo in estate. Nell'ora di pranzo davanti al ristorante "Rifugio dell'Alpino"arrivano alla spicciolata i vacanzieri del fine settimana attratti dalla buona cucina di Claudia e dalle sue ghiotte variazioni culinarie a base di funghi porcini. 

Mi guardo intorno ad ammirare la struttura in legno sotto cui è graziosamente allestita la sala del ristorante con una proiezione laterale esterna di fronte ad un panorama mozzafiato. Anche l'imponente camino in pietra ornato di targhe e riconoscimenti prestigiosi danno la misura della qualità del luogo che non è un ritrovo degli alpini.... "Il nome del ristorante vuole essere un omaggio alla memoria di mio padre che ha onorato quel corpo con grande senso di appartenenza" precisa la padrona di casa che ci saluta in tenuta da Chef, con tanto di mascherina che tuttavia non copre il sorriso gioviale di chi come lei conosce bene le regole dell'accoglienza.
Come vanno le cose? chiedo sommessamente per non disturbare i presenti...."Bene. E' stata una stagione di bel tempo e di grande affluenza turistica, specie nel mese di agosto grazie all'affetto di clienti che partono da Pescara, da Fermo, da Roma spinti dalla voglia di mangiar bene e trascorrere qualche ora in libertà. Siamo risultati tra i primi 20 ristoranti di funghi in Abruzzo. Ho saputo per caso che il nostro profilo gastronomico era apparso su Google accanto a ristoranti abruzzesi molto più stellati". 
Senza interrompere il suo racconto Claudia ci mostra un piatto colmo di funghi freschi, ne prende uno fra le mani e lo apre prima di impiattarlo accanto ad uno scampo crudo con un filo d'olio e un pizzico di sale. Così nasce il cappucciotto di fungo porcino allo scampo! E'instancabile Claudia, fiera di mostrasi con determinazione e creatività nel mondo della ristorazione. Il locale è pieno di gente e noi togliamo il disturbo rinunciando al suo cortese invito di rimanere a pranzo. Siamo sazi di notizie confortanti sui segni positivi di ripresa di località fra le più incantevoli  del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Il Sindaco di Rocca Santa Maria, Lino Di Giuseppe
Un ultimo strappo in macchina e saremmo arrivati dritti al Ceppo se non avessimo incontrato a Paranesi il sindaco di Rocca Santa Maria, Lino Di Giuseppe, di ritorno dalle celebrazioni di Bosco Martese in onore dei martiri della Resistenza nel teramano. Il saluto è d'obbligo  accompagnato però dal piacere di bere insieme un buon caffè al bar del mitico ristorante Anna e Ninocc' la cui titolare ci accoglie in grembiule dopo aver ammassato farina e acqua in gran quantità che poi trasformerà in gustose e rinomate tagliatelle..."lavoro con passione da 35 anni con grande rispetto per gli ospiti che scelgono la nostra cucina. Dobbiamo dare il buon esempio a chi verrà dopo di noi superando momenti a volte drammatici, come furono i tempi del terremoto del 2009 e adesso con la pandemia. Per fortuna la situazione sta migliorando".

La signora Anna del ristorante "Anna e Ninocc'" a Paranesi
Anche il primo cittadino di Rocca Santa Maria manifesta soddisfazione per l'afflusso considerevole dei turisti che hanno scelto di trascorrere le vacanze estive nel suo territorio. " Sono segnali incoraggianti dopo le restrizioni della pandemia che ci consentono di rendere ancor più attraente l'offerta turistica nelle altre stagioni dell'anno".
Ci sono già dei progetti in cantiere? "L'dea dei ragazzi che operano al Ceppo di prendere in considerazione la gestione e la manutenzione delle piste di sci di fondo fino al Rifugio del lago dell'Orso sarebbe un significativo richiamo per gli appassionati di sport invernali, per chi predilige le ciaspolate ecc. Come comune, invece, speriamo di mettere in funzione il Parco avventura che non ha avuto un buon avviamento quando è stato installato ma ora con il camping adiacente riaperto stiamo studiando le giuste combinazioni. Inoltre con il rifugio del Ceppo affidato in  gestione per un periodo lungo ad operatori competenti e disponibili ad incrementare i servizi turistici, in aggiunta al maneggio e alle visite guidate a cavallo per lo svago di adulti e bambini la situazione è decisamente più favorevole che nel recente passato".  Scusa sindaco e quel detrattore ambientale di fronte al monumento di Bosco Martese? "Quella bruttura in cemento armato mai terminata sarà sistemata definitivamente a breve con fondi già previsti. Mi fa piacere annunciare che intorno a quell'area sorgeranno nel prossimo anno il Museo del Fungo e il Museo della Battaglia di Bosco Martese. Anche da questo punto di vista abbiamo ottenuto un finanziamento con fondi regionali e speriamo di contribuire a ripopolare le nostre zone non solo con i turisti ma procurando lavoro e prospettive per favorire il ritorno di tanti giovani emigrati altrove". 

E' l'ora che volge al tramonto e noi ci riavviamo verso Teramo piuttosto stanchi ma soddisfatti per aver trascorso una giornata densa di buone notizie e di genuina cordialità, coronata con un brindisi di ottima genziana targata Anna e Ninocc'......Arrivederci alla prossima puntata! 

immagini di ma.ma

 

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