Ansie e orgoglio ricostruttivo nell'Aula Magna dell'Università di Teramo

L'Aula Magna dell'Ateneo teramano era gremita di gente attenta e paziente fino alla fine dei lavori del convegno presieduto da sua eccellenza monsignore Lorenzo Leuzzi, da qualche settimana Vescovo della Diocesi di Teramo e Atri.
C'è voluta la capacità di sintesi e l'esperienza professionale della collega Antonella Formisani per regolare temi e contenuti di notevole rilevanza sociale, professionale e psicologica affidati ad esperti come il Professor Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e vulcanologia o il Professor Dante Galeota del dipartimento di ingegneria civile dell'Università dell'Aquila o il Professor Christian Corsi, Pro Rettore dell'università degli Studi di Teramo. E' stato, infatti, lo stesso monsignor Leuzzi, nel concludere i lavori della mattinata, a svelare i titoli del convenire, come ha tenuto a precisare, per riflettere insieme e concordare  un'agenda culturale per il territorio appesantito da tante calamità. Coerentemente con i presupposti della sua missione pastorale il prelato ha scelto il titolo dell'iniziativa -Prevenire, Investire, Costruire- ispirandosi al capitolo venticinque di Matteo in cui si leggono tre parabole come quella delle vergini sagge e stolte, dei talenti e del giudizio finale, sottolineando lo spirito necessario che deve animare tutti nell'affrontare le grandi sfide che sono di fronte alla comunità teramana.
Sede dell'Arcivescovado di Teramo
Da soli non si va da nessuna parte, ha più volte ripetuto il vescovo mentre tornavo a fissare il nome inciso a carattere cubitali che campeggiava sopra le nostre teste in quella sala intitolata, non a caso, a Jacobello del Fiore e al suo talento artistico, quale simbolo dell'Università degli Studi di Teramo. Metafore religiose e artistiche a parte mi sembra di poter rilevare che anche la rappresentanza laica dell'incontro (magistratura, corecom, camera di commercio, mondo scolastico, sanitario e ambientale) abbia colto l'appello dell'autorevole prelato nel prevenire il danno in senso materiale e immateriale, nell'investire nella formazione di giovani sapienti e nel ricostruire l'animo aprutino. In attesa che l'emozione del nuovo inizio prenda decisamente e rapidamente corpo fa una certa impressione constatare il vuoto della municipalità politica e amministrativa in una città capoluogo dove è d'obbligo coordinare idee e progetti di sviluppo e non andare a rimorchio di altre istituzioni. Vale per le strategie della ricostruzione da mettere in campo, vale per la ristrutturazione dell'ex ospedale psichiatrico, vale per la delega impropriamente  trasferita alla Fondazione Tercas di indicare il percorso culturale da intraprendere nonostante la recente bocciatura della candidatura di Teramo a capitale della cultura. A ciascuno il proprio compito per affermare insieme progresso e democrazia. m. m.




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