Riforme e legge elettorale nell'agenda del PD teramano

E' stato un fine settimana all'insegna della comunicazione politica teramana e abruzzese. Il tutto voluto e organizzato dal Partito Democratico attraverso  Tommaso Ginoble, già deputato per la seconda legislatura e in pectore per la riconferma alle prossime elezioni così come ha lasciato intendere il capogruppo PD alla  Camera dei Deputati, Ettore Rosato. Si è trattato certamente di un autorevole attestato di stima nei confronti del parlamentare rosetano ma che tuttavia dovrà passare al vaglio delle istanze del partito provinciale  appena uscito dal congresso  in cui non è mancato il confronto aspro ma altrettanto chiaro tra le diverse anime (correnti) che si ispirano o restano in posizione dialettica con la linea politica del segretario nazionale Matteo Renzi. Eppure venerdì pomeriggio erano  tutti presenti e molto attenti alle sfumature del dialogo fra i giornalisti delle maggiori testate abruzzesi e l'onorevole Rosato, uno dei più stretti collaboratori di Renzi e padre della nuova legge elettorale (Rosatellum) con cui si tornerà alle urne fra qualche mese per eleggere il nuovo Parlamento Italiano.
Questi in sostanza gli ingredienti che hanno caratterizzato l'incontro nella gremitissima Sala Polifunzionale della Provincia di Teramo alla presenza di sindaci, assessori regionali e dirigenti politici convenuti da tutto l'Abruzzo per ascoltare e ragionare con l'ospite attraverso il filtro degli operatori dell'informazione. Una formula inedita rispetto ai tradizionali canoni autoreferenziali che sembra aver gradito il pubblico presente, desideroso di comprendere temi e problemi di una società complessa in termini di lavoro e ripresa economica, stabilità di governo e nuove sfide del clima e dell'ambiente come la salvaguardia dell'acqua del Gran Sasso e la sicurezza della ricerca scientifica. Lungo questa via il Partito Democratico  potrebbe entrare in  un percorso non accidentato da anguste visioni localistiche e personalistiche e prestare larga attenzione a idee, progetti e bisogni che vagano senza risposte nella mente della gente. Da molto tempo non si registrava a Teramo un evento legato alle dinamiche di politica nazionale. In altri termini l'incontro di venerdì scorso con un rappresentante del maggior partito al governo, competente e fine narratore di quella politica, deriva dalla necessità di aprire un confronto all'interno del Partito Democratico locale e regionale in vista di impegnative scadenze.  Un partito che, come da più parti è stato ben evidenziato, vive le contraddizioni di una regione ricca di risorse umane, economiche ed  ambientali ma fortemente indebolita nell'anno che si chiude a causa di  calamità naturali drammatiche che ne hanno fortemente indebolito le indiscusse potenzialità di sviluppo e modernizzazione. "Si torni dunque a parlare fra la gente e, soprattutto, a costruire una politica unitaria e adeguata ai tempi correnti che veda il PD protagonista di un effettivo cambiamento" ha sottolineato a conclusione della serata Tommaso Ginoble, visibilmente soddisfatto ma anche emozionato da tanta partecipazione. All'appello devono però seguire i fatti, concreti e lungimiranti. Un primo banco di prova è alle porte con la convocazione del Consiglio Comunale di Teramo per decidere la fine dell'amministrazione Brucchi. Le storie sono note da tempo e il sindaco della città capoluogo ha colto l'occasione dell'assise del partito democratico per manifestare senza infingimenti, gli va dato atto, ciò che resta dei suoi nove anni di mandato da primo cittadino. Un periodo lunghissimo  frantumato da dissidi interni alla sua maggioranza e da vani e confusi tentativi di sfiducia notarile che hanno ridotto la città di Teramo ad un luogo totalmente privo di analisi politica. Tanto per restare in tema: è pronto il partito democratico di Teramo ad aprire una nuova e improcrastinabile stagione riformatrice?

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