Atri, microcosmo d'Italia, incantevole e superba come una regina delle colline sopra i lidi sabbiosi di Silvi e Pineto. Mi fermo lungo la strada provinciale dove la vista spazia dal Gran Sasso all'Adriatico e si percepisce il senso vivo del nostro passato. Il ritorno al vecchio borgo natio è senza programma. Spesso è come un riflesso condizionato. Sollecitato da un racconto, da buone letture, da un evento particolare ma anche da una semplice notizia di cronaca quotidiana. Il vescovo della diocesi di Teramo e Atri, Monsignor Michele Seccia, ha appena convocato la stampa per comunicare che a causa del terremoto, circa duecento chiese sono inagibili al culto religioso. Peccato. Si, un vero peccato dover interdire, sia pure temporaneamente non solo dal punto di vista della fede, la visione di opere d'arte di gran pregio all'interno della Cattedrale di Atri. Sto parlando infatti di un insigne complesso monumentale e di altri "tesori nascosti" d...