I giovani avvocati teramani e l'Università di Teramo. Un binomio d'eccellenza

Un incontro davvero civico e di elevato contenuto culturale quello che si è svolto ieri sera presso l'Abruzzi Hotel a Teramo in prossimità del voto sul referendum costituzionale del quattro dicembre. Sala gremitissima e composita fra i sostenitori del SI e del No e degli studenti universitari accorsi ad ascoltare i docenti dell'università di Teramo: da Roberto Marazzita che ha aperto la scaletta degli interventi illustrando la modifica costituzionale in relazione al contesto e all'incidenza sulla forma di governo, a Gino Scaccia che ha configurato il nuovo senato e i procedimenti legislativi, da Massimiliano Mezzanotte che ha chiarito le modifiche al regionalismo italiano a Romano Orrù che ha tirato le fila dei vari ragionamenti giuridici evidenziando gli strumenti di democrazia diretta e i contrappesi istituzionali. Il tutto coordinato dal neo direttore del quotidiano abruzzese Il Centro, Primo Di Nicola. La buona riuscita dell'evento si deve all'impegno dell'Aiga, l'associazione italiana dei giovani avvocati del foro teramano, validamente presieduta dal dinamico avvocato Luca Scarpantoni fortemente sostenuto, per l'occasione, dalle organizzazioni degli studenti dell'ateneo a cui il giovane presidente ha rivolto parole di stima e di gratitudine per l'impegno profuso. Anche gli interventi del governatore Luciano D'Alfonso, del presidente della provincia, Renzo Di Sabatino e dell'assessore del Comune di Teramo, Valeria Misticoni si sono riferiti al merito delle problematiche, evitando qualsiasi tentazione autoreferenziale, offrendo ulteriori contributi alla discussione. A margine dell'iniziativa ricavo alcune impressioni che ritengo utili comunicare. L'evento, di per sè importante, dati i toni accesi di questa tornata referendaria, non è stato organizzato presso la sede universitaria di Colleparco, dunque bene ha fatto il preside della facoltà di giurisprudenza, Paolo Marchetti, a sottolineare che la scelta di un luogo al centro della città mira sempre più a consolidare il rapporto culturale ed operativo fra cittadinanza e università. Altro aspetto da non sottovalutare è la consistenza numerica della popolazione studentesca che può definirsi, in embrione, una qualificata classe dirigente se ben inserita negli ingranaggi della pubblica amministrazione, nel mondo delle professioni e nelle sfere industriali più rappresentative della provincia e della regione, anzichè intraprendere la via dell'emigrazione intellettuale senza speranza e senza gratificazione. Infine due riflessioni importanti e vitali per lo sviluppo di questa nostra terra. La prima si riferisce allo stato psicologico piuttosto fragile delle popolazioni, non solo teramane, colpite dal recente sisma e dai costi imprevedibili dei danni subiti che ogni giorno determinano inagibilità di appartamenti e di interi palazzi. La seconda  più che riflessione è una speranza riposta nel rapido e razionale utilizzo dei fondi del Masterplan che potrebbero ridisegnare il volto della città di Teramo di cui, appunto, l'Università di Teramo costituisce un elemento fondante attraverso strategie di tutto rispetto espresse in più di un'occasione dal Rettore Luciano D'Amico. Facciamo in modo che il treno che sta passando non si chiami solo desiderio!



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