La Delfico e il suo prestigio culturale sulla stada dell'oblio?




E' una delle grandi eccellenze teramane. E' un magico labirinto di Sale lignee: da quelle Gotiche alla sala Muzii, alla sala Manetta, al corridoio delle Cinquecentine  fino alla sezione dei Fondi Antichi e Manoscritti oltre, naturalmente, alla Bibiloteca Abruzzese. Un luogo austero dunque ma importante, attraente, ricco di fascino e di memoria, come si addice alla dimora storica che ospitò la lunga e operosa esistenza di uno dei più illustri rappresentanti dell'illuminismo abruzzese: Melchiorre Delfico. Stiamo parlando di una Casa della Cultura in cui non si distribuiscono solamente libri ma si visitano angoli altamente suggestivi di distribuzione del sapere fra l'antico e il moderno. Una sede funzionale ai vari servizi e comodamente raggiungibile nella parte settentrinale del centro storico di Teramo. Nell'anno 2000 la Delfico è entrata a far parte del Servizio Bibliotecario Nazionale, la rete italiana composta da oltre 800 biblioteche interconnesse fra loro e raccolte in piccoli gruppi denominati poli. Al polo teramano aderiscono anche l'Università degli studi di Teramo, l'Istituto Zooprofilattico dell'Abruzzo e del Molise, l'Osservatorio Astronomico di Collurania, il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e la Biblioteca Provinciale di Pescara. Esiste un legame indissolubile fra i teramani e la "loro" Biblioteca che trae origine sin dal 1816 quando a seguito delle leggi emanate da Gioacchino Murat e Giuseppe Bonaparte sui collegi del Regno di Napoli ogni collegio doveva avere una sua biblioteca. Sono trascorsi da allora duecento anni e il destino di tanta nobile e colta storia rischia di restare imbalsamata e sepolta dal flagello politico e burocratico che in nome della crisi tutto travolge. Nulla è dovuto al caso ma si potrebbe dire che chi decide le sorti del Paese e dunque della regione non valuti caso per caso i sacifici che la crisi impone! Non si tratta solo di tutelare il lavoro del personale. E' in gioco la sopravvivenza di una parte significativa e irripetibile della nostra storia e quel luogo ne è testimone imprescindibile grazie alla passione e all'alto senso di appatenza di direttori lungimiranti e dei tantissimi "Amici della Delfico".  Negli ultimi tempi dentro quelle mura non si parla ne si studia con serenità. L'incertezza del futuro accentua le ansie di chi ha trascorso gran parte della vita a distribuire libri e sorrisi nel lento fluire del tempo. Qualcuno ha già cliccato sul portale della PA per non restare senza lavoro, altri si ostinano a mantenere la postazione con la speranza che la regione intervenga rapidamente. Altri ancora lanciano appelli accorati sulla stampa locale e sui social ma senza risposta. In ogni caso, tutti rimangono appesi al ricordo di quella sera di qualche mese fa quando il Presidente Luciano D'Alfonso convocò la Giunta regionale al completo per assumere decisioni conseguenti. Si fa veramente fatica a pensare che da un momento all'altro possano essere apposti i sigilli di chiusura sul portone della gloriosa Biblioteca.

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